ONIBABA - LE ASSASSINE

Regia: Kaneto Shindo
Con: Nobuko Otowa, Jitsuko Yoshimura, Kei Satô, Jûkichi Uno, Taiji Tonoyama, Someshô Matsumoto
Genere: drammatico/orrore
Distribuzione: Sinister film
Nella sua meritevole operazione di recupero di pellicolo del passato mai editate oppure uscite dai cataloghi dell’homevideo. Sinister propone in edizione per la prima volta restaurata ad alta definizione dal negativo 35mm questo classico giapponese degli Anni 60 che è ritenuto assieme a “L’isola nuda” il top della cinematografia di Kaneto Shindo uno dei pionieri del cinema indipendente giapponese nonché uno degli ultimi maestri di esso, autore di circa 150 titoli come sceneggiatore e regista. Entrambi i film sono all’insegna della fatica e della lotta per la sopravvivenza in un ambiente ostile, ma trattano il tema in modo molto diverso: “L’isola nuda” del 1960 (che all’epoca circolò molto fra i cinecircoli) è il resoconto affidato alle immagini e alle musiche della lotta quotidiana su un’isola di una famiglia di contadini, marito, moglie e due bambini, conduce per approvvigionarsi di acqua non tanto per sé, quanto per irrigare ad una ad una le piantine appena spuntate che daranno il minimo di raccolto che assicuri il sostentamento a tutti e quattro. “Onibaba –Le assassine” del 1964 è invece a forti tinte e di forte impatto visivo in cui, con varie sfumature di carattere erotico (il pubblico cui è rivolto è quello adulto), confluiscono il genere horror, il dramma storico e componenti del teatro No e Kabuki, in particolare lentezza e attenzione nei movimenti nonché l’utilizzo di una maschera (che per la cronaca ispirò “William Friedkin” per “L’esorcista”). E pensare che si tratta della trasformazione incrudelita e incupita di una fiaba buddista. La vicenda è ambientata nel Giappone medievale in perenne stato di guerra – era l’epoca degli “ Stati combattenti” - per le ambizioni dei vari signorotti che costringevano i sudditi a combattere (e a morire) per loro facendo cadere nella miseria le già povere rispettive famiglie. Qui abbiamo due donne, una suocera anziana e la nuora più giovane il cui marito è stato chiamato alle armi, che vivono in estrema povertà in una capanna in folto canneto in riva ad un fiume e che per sopravvivere si sono specializzate nell'uccidere e derubare i malcapitati soldati rimasti soli e stremati dai combattimenti che capitano dalle loro parti per poi gettarne i cadaveri in un pozzo e vendere armi ed armature ad un ricettatore che le paga con sacchetti di riso o miglio. Un giorno Hachi, un loro vicino, fa ritorno a casa dalla guerra (forse è un disertore) e rivela alle due donne che l’uomo che attendono non arriverà perché è morto in battaglia. Egli non solo capisce come vivono le due donne, ma anzi le aiuta ad eliminare due soldati, ma esse rifiutano – a non fidarsi è soprattutto la suocera – che egli si unisca a loro e va quindi a vivere da solo.
Là però nottetempo lo raggiunge la nuora bramosa di sesso (e lui lo è altrettanto), ma quando la suocera se ne avvede, nel timore di restare sola e adorata perché la giovane ha scordato troppo presto il figlio, metterà in atto una crudele vendetta in cui utilizza una maschera di demone dall’aspetto inquietante che aveva trovato addosso ad un cavaliere sfigurato caduto in una delle sue trappole. Maschera che però ha proprietà particolari: se fosse essa stessa un demone? In un paesaggio dove le canne scosse dal vento sono l’immagine di un inferno di passioni che intrappola i tre personaggi principali, è un’umanità abbrutita, che non pensa all’amore ma solo al sesso e che è mossa dall’istinto animalesco alla sopravvivenza quella che Shindo mostra nel suo film, in cui non ci sono buoni, ma tutto sono colpevoli e in fondo anche vittime. Da notare però che, sulla scia dei tempi che stanno cambiando rendendo il Giappone sempre più moderno e meno tradizionalista, il film rompe con la visione nipponica della donna come essere sempre e comunque sottomesso al maschio, pronta piuttosto anche ad uccidere. Si diceva del dvd assai curato che oltre al trailer e alla galleria fotografica offre importanti extra: il commento audio del regista Kaneto Shindo e degli attori protagonisti Kei Sato e Jitsuko Yoshimura e un filmato 8 mm girato sul set del film dal protagonista Kei Sato.
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