OMICIDIO ALL’ITALIANA

Regia: Marcello Macchia
Con: Marcello Macchia (Maccio Capatonda), Luigi Luciano (Herbert Ballerina), Enrico Venti, Gigio Morra, Sabrina Ferilli, Antonia Truppo, Roberta Mattei, Fabrizio Biggio, Lorenza Guerrieri
Genere: commedia
Distribuzione: Warner
Chi si lamenta della scarsa qualità delle commedie italiane uscite dopo Natale probabilmente non ha visto questo “Omicidio all’italiana” seconda regia dopo “Italiano medio” di Marcello Macchia, in arte Maccio Capatonda, in cui ritrova anche Luigi Luciano, in arte Herbert Ballerina, film ora disponibile in dvd pe chi cerca divertimento. Magari anche cattivello visto che la saporosa presa in giro riguarda non solo i talk show tv che sfruttano il dolore e le disgrazie della gente per fare audience – tema non inedito anche se con alcune bordate che vanno a segno – ma soprattutto il cosiddetto “turismo criminale”, frutto dell’interesse morboso di chi vuole recarsi a visitare località e dimore dove sono avvenuti fatti di sangue, ossia le “scene del crimine”. Da qui il proclama di Piero Peluria (Capatonda), sindaco di un paesino abruzzese di poche anime di far “diventare Acitrulla una grande capitale europea, al pari di Cogne, Avetrana e Novi Ligure…”. L’età media degli abitanti (che erano 18 e scendono a 16 perché due lo lasciano per andare in città) è di 68 anni, figli non ne nascono e persino il patrono, San Ceppato, ha un nome che offre poche speranze, e invano il sindaco ha cercato di portare progresso, Internet anzi ““l’Internette” (però il modem a 56k è subito esploso) e turisti assieme al fratello Marino (Ballerina). Ecco però che ai due, una coppia alla “scemo e + scemo”, si offre la grande occasione quando muore de contessa che vi abitata, anziana e l’unica con un po’ di soldi: Piero ha l’intuito di trasformare un banale decesso (soffocamento da un dolcetto bloccatosi in gola) in delitto: un accoltellamento multiplo tale da richiamare l’attenzione dei giornali (con i giornalisti mostrati spocchiosi, maleducati e invadenti) della tv, in particolare quella della trasmissione “Chi l'acciso” e la sua conduttrice cinica e bara Donatella Spruzzone (Sabrina Ferilli) che cerca solo di trovare occasioni per mettersi in mostra. E con la tv arrivano anche tanti turisti “invasati di morte” per immortalarsi negli immancabili selfie tra cui la la famiglia milanese Normale (di nome) con i due figli sadici. Un grande successo che comporta però anche gravi problemi logistici in una località dove le strade sono viuzze lastricate di sassi in salita, mancano negozi, c’è solo un bar (il cui titolare provvede subito a gonfiare i prezzi delle consumazioni), i prodotti tipici – presto esauriti e dai nomi poco attraenti - sono l'Amaraccio e il Babbacchione.
E se non fosse per la solerte agente Pertinente (Roberta Mattei), l’unica a sentire puzza di bruciato e capire che le cose non stanno come sono state messe in scena anche la polizia ne uscirebbe con le ossa rotte visto che pure il commissario più che ad indagare seriamente pensa alla popolarità mediatica e a fare comunella con la Spruzzone. E, guarda caso, a finire innocenti almeno per un po’ in carcere sono proprio i due fratelli… Il linguaggio, la poetica dei nomi strafalcionati e/o grotteschi, i personaggi di Capatonda (e Ballerina) Maccione sono riconoscibili (a partire dai fratelli Peluria, già protagonisti di ”Mario”, serie di Capatonda su Mtv), ma risultano piacevoli il ritratto di un’Italia d’oggi che peggio non potrebbe essere messa, delle dinamiche aberranti che contribuiscono a trasformare la gente comune in mostri, del circo mediatico che si autoalimenta spesso e volentieri di indagini taroccate, portate avanti da autori tv che per lo share sono pronti a mistificare la verità. Certo, Capatonda e Ballerina sono i primi a divertirsi del loro gioco e di una sceneggiatura a sei mani alla cui stesura hanno collaborato che appare più attenta e stratificata di quelle delle banali commedie italiane contemporanee e precisa nel dare una spiegazione (surreale) ad ogni svolta della trama. Insomma, anche se manca una regia più attenta e dinamica, anche se il simpatico Maccio Capatonda esagera nell'accumulo di battute e gag si ride. Cosa che in un anno senza Checco Zalone non è poco. Solo in dvd con backstage e trailer per extra.
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