Il costume senza prova

L’immensa fatica, gli scarsi risultati
Mare (simbolica) - © www.giornaledibrescia.it
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Ho ricevuto in dotazione un fisico senza pretese. In questi decenni l’ho custodito senza chiedergli ciò che sapevo non poteva darmi. L’ho capito fin da subito, fin da quei corsi di nuoto a cui mia mamma forzatamente mi iscriveva da piccolo e ai quali opponevo un disinteressato galleggiamento ancorato alla tavoletta rossa. Crescendo sono rimasto a debita distanza da ogni sport. Ma ora che i cinquanta si intravedono all’orizzonte, e nonostante io tenga lo sguardo basso per non scorgerli, ecco che la più folle delle decisioni ha preso corpo. Ogni sera, per settimane, mi sono dedicato agli esercizi domestici simil palestra.

Quella massa di adipe che inopinatamente si è appoggiata sul miei addominali (penso di averli pure io) mi è apparsa come un campanello di allarme. Ho comprato anche una panca per i piegamenti. Giorno dopo giorno mi sono guardato allo specchio galvanizzato dai risultati. E poi finalmente è arrivato il tempo di far sfoggio di tanta fatica, di appagare l’ego messo a dura prova da quelle sudate. Ho preso un costume a quadretti blu su sfondo bianco che mi sembrava il degno accessorio estetico. Ma arrivato in spiaggia la delusione è stata cocente. Come se il sole avesse sciolto in un attimo quella erculea muscolatura scolpita tra le mura domestiche.

Lunghe camminate sul bagnasciuga non mi hanno ancora spiegato come sia potuto accadere. Avanti e indietro, ore e ore. Per ora l’unica certezza sono tremende e gigantesche vesciche. Il riposo, come sempre, è l’unica soluzione.

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