Il cane milionario, segno dell'evoluzione del genere umano

Un novantenne di Avellino, senza eredi, ha lasciato un milione di euro al suo cane
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Trovo le zucchine straordinarie. Metti a dimora nell’orto delle piccole piantine, che all’occhio inesperto non appaiono per nulla promettenti, e nel giro di poche settimane esplode la meraviglia della natura. Quelle piccole foglioline diventano grandi, corpose, a sostenerle dei gambi robusti. E poi arrivano loro, le zucchine. La mia coltivazione mi inorgoglisce di giorno in giorno.

Complice questo clima bizzarro, le piante di zucchine guadagnano quotidianamente terreno. Forse le ho piantate troppo vicine, ma questi sono dettagli. Ci penseremo poi. Intanto sogno il raccolto, il ricco raccolto. Che poi a me le zucchine non piacciono neanche. Ma anche questo non conta. A me interessa la coltivazione, il vedere le mie verdure crescere, il restare inebriato dal profumo delle foglie delle carote. L’evoluzione del mio orto durante i mesi mi rasserena, mi insegna che la natura si evolve positivamente e regala ricchi frutti.

Purtroppo così non si può dire per il genere umano. Un novantenne di Avellino, senza eredi, ha lasciato un milione di euro al suo cane. Pensare di aiutare i suoi simili era evidentemente troppo banale. Molto meglio destinare il denaro all’amico a quattro zampe che anziché addentare un triste osso potrà godere di una ciotola di caviale. Al posto del collarino antipulci avrà un collier di diamanti. Che delizia.

Quando gli metteranno davanti pacchi di banconote li annuserà e poi ci farà la pipì sopra. Lo farà però molto elegantemente, da gran signore. Un tempo si sperava nell’eredità dello zio d’America, ora bisogna confidare in un quadrupede milionario. Segno dei tempi. 

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