Storie

MARAVIGLIOSO BOCCACCIO

Regia: Paolo e Vittorio Taviani
AA

Regia: Paolo e Vittorio Taviani
Con: Jasmine Trinca, Kim Rossi Stuart, Michele Riondino, Paola Cortellesi, Kasia Smutniak, Lello Arena, Carolina Crescentini, Riccardo Scamarcio, Vittoria Puccini
Genere: drammatico
Distribuzione: Cecchi Gori

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Non ha avuto fortuna né con il pubblico in sala (in buona parte per colpa della distribuzione che non lo ha appoggiato) né con la critica che vi ha trovato più difetti che pregi (pur esistenti), l’ultimo film di Paolo e Vittorio Taviani, alle prese addirittura con Boccaccio e con l’ombra di Pasolini. E i due fratelli, vincitori nel 2012 dell’Orso d’oro a Berlino con “Cesare deve morire”, lo hanno fatto utilizzando giovani attori freschi di scuola per la cornice e affidando ad interpreti in gran parte affermati  e popolari il ruolo di protagonisti delle varie storie; in più, rivendicando le autentiche radici della raccolta di novelle che il regista-scrittore nel suo “Decameron” aveva invece napoletanizzate, esaltando con quadri geometrici di grande luminosità le bellezze naturali e architettoniche della propria terra,  la Val d’Orcia. Delle cento, saltando le più pruriginose e “boccaccesche”, essi ne hanno scelto cinque: quattro variazioni sui casi dell’amore e uno sulla stupidità. Partendo però con immagini molto forti e dal voluto richiamo alla tragedia dell’11 settembre e delle Torri gemelle (un uomo si getta dal campanile) perché – hanno spiegato – il terrorismo è oggi quello che la peste era nella Firenze del 1348. Dopo la fuga in campagna dei dieci giovani, ecco le singole storie. La novella di Messer Gentil de' Carisendi e Monna Catalina: Catalina (Vittoria Puccini) è la donna lasciata come morta dal marito Niccoluccio (Flavio Parenti), succube della madre, e amata da messer Gentile (Claudio Scamarcio) il quale scopre che invece è ancora viva, la salva e, da uomo virtuoso, la riporta al consorte, non avendo fatto però i conti con…  Ne “la novella di Calandrino”, Bruno e Buffalmacco si fanno beffe dello sciocco Calandrino (Kim Rossi Stuart) , raccontandogli che esiste una pietra chiamata Elitropia che rende invisibile chi la possiede e che si troverebbe sul greto del fiume Mugnone dove Calandrino, che vorrebbe servirsene per derubare i cambiavalute, si reca a raccoglie sassi su sassi non sapendo quale sia quella giusta finché i due burloni fingono di non vederlo più e prednono a scagliargli pietre… In “La novella narrante l'amore fra Ghismunda e Guiscardo osteggiato dal padre di lei”, 
Ghimunda (Kasia Smutniak ) sposa un uomo anziano per volontà del padre Tancredi (Lello Arena), ma il marito la lascia presto vedova e lei torna alla casa del genitore e si innamora del suo aiutante  Guiscardo (Michele Riondino). Relazione che il padre non vuole al punto di far uccidere Guiscardo e lasciando disperata Ghismunda che…  

La quarta, e quella piccante, è “La badessa e le brache del prete” in cui la giovane monaca senza vocazione Isabetta (Carolina Crescentini) si intrattiene nottetempo con il suo giovane amante e viene scoperta dalle sorella che la denunciano all’austera badessa Usimbalda (Paola Cortellesi), donna ritenuta di santi costumi la quale però è pure lei accomunata dal peccato della carne e si stava intrattenendo quando viene chiamata di notte a scoprire la reproba. Nella fretta, costei non si accorge però  che rivestendosi nel buio non si mette in testa il velo, ma… Ultima novella, quella d’amor cortese “Federigo degli Alberighi“: Federico degli Alberighi (Josafat Vagni), perdutamente innamorato della nobildonna Giovanna (Jasmine Trinca) ha speso i suoi averi in cene e balli per attirare la di lei l'attenzione senza però riuscirvi. Ritiratosi a vivere in solitudine in un piccolo podere, va a caccia con il suo amato falcone, ultimo ricordo della sua vita di un tempo, ma nei pressi Giovanna, rimasta vedova, viene ad abitare con il figlio malato e  affascinato dal falcone che vorrebbe averlo, ragion per cui lei finge di passare e accetta di fermarsi a desinare, ma cosa potrà servirle l’ormai povero Federigo? Si diceva della critiche poco positive: i Taviani offrono armoniose coreografie e costumi essenziali e bellissimi, ma non riescono a restituire lo spirito e, quando c’è, la malinconia di Boccaccio vuoi perché i giovani attori sono tropo acerbi, vuoi perché solo pochi di quelli noti assecondano il dettato registico. Anche se il “maraviglioso” resta nel titolo, il film resta comunque interessante e per spettatori che amano il cinema impegnato. Disponibile solo in dvd con per extra “Il nostro Decamerone” dei due, il trailer e la galleria fotografica.

 

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