L'URLO E LA FURIA

Regia: Martin Ritt
Con: Yul Brynner, Joanne Woodward, Margaret Leighton, Stuart Whitman, Ethel Waters, Jack Warden
Genere: drammatico
Distribuzione: Sinister film
È basato sul romanzo del 1929 “L'urlo e il furore” di William Faulkner, una saga di famiglia del Sud degli States, Questo film del 1961 diretto da Martin Ritt e con protagonisti Yul Brynner e Joanne Woodward, Oscar 1958 con “La donna dai tre volti” e moglie di Paul Newman. Operazione non facile quella di Ritt di portare Faulkner e il suo complesso libro sullo schermo, ma che conferma le buone qualità del regista, che l’anno prima con “La lunga estate calda” aveva fatto vincere a Cannes a Paul Newman il premio per il protagonista, nel dirigere gli attori e di creare atmosfere malate e decadenti. Come appunto quelle che circondano i Compson, famiglia decaduta del profondo Sud degli States rovinata dall'alcolismo, dalla ninfomania e dalle malattie mentali dovute a legami fra consanguinei i cui componenti nel giro di due generazioni hanno perso tutto, anche l'onore. A tale stato di cose si oppone Jason (Yul Brynner) , un Compson acquisito che con piglio autoritario (l’unico che ci vuole) cerca di riportare un po’ di ordine e di tener uniti il nucleo in cui c’è solo una persona sana, Quentin (Joanne Woodward), che però ha un carattere ribelle e che finisce per infatuarsi di un acrobata da circo (Stuart Whitman) il quale la convince a fuggire con lui e soprattutto a portare con sé i soldi che possiede. In realtà, la ragazza non ha e si impadronisce dei 3.000 dollari che costituiscono i risparmi della vita di Jason che però se ne accorge e la segue raggiungendola prima che i due se ne siano andati… Anche se Martin Ritt ha dichiarato:” Faulkner, non lo rifarei più” e se ha ammesso di aver commesso alcuni errori e se Faulkner come scrittore è difficilmente trasferibile sullo schermo e ancor più con questa sua opera che ha rivoluzionato i canoni della narrativa novecentesca (se n’è reso contro anche James Franco che nel 2014 ha diretto e interpretato con esiti ancor meno felici una personale versione di “The sound and the fury” presentata a Venezia fuori gara e mai distribuita in Italia), “L'urlo e la furia si può considerare abbastanza riuscito.
Vi si ritrovano infatti le atmosfere oppressive di tragico disfacimento che avvolgono i membri della famiglia Compton sulla pagina, un manipolo di “relitti umani” sullo sfondo di in Sud ampiamente miticizzato (e molto alla Tennessee Williams, impressione confermata anche dalla recitazione di alcuni attori (in particolare John Beal, alcolizzato dal consapevole avvilimento e non di maniera; Margaret Leighton dalla tragicità decadente e quasi maledetta) fra ville fatiscenti e cittadine afose e sonnolente. Una traduzione in immagini che anziché puntare a un impossibile –data la frammentarietà del testo – rivisitazione alla lettera ha cercato piuttosto di restituire lo spirito faulkneriano e di creare una convenzionalità cronologica accessibile per la comprensibilità non molto avanguardistica del pubblico dell’epoca. Così mentre smussato appare il fatalistico pessimismo dell’autore, ci si concentra soprattutto sui due unici personaggi positivi: Jason, il parente acquisito che lotta per riscattare il nome della famiglia dal dissesto morale e materiale, e Quentin, la nipotina ribelle che tenta di opporsi alle maniere brusche e manipolatrici con le quali il giovane capofamiglia intende plasmarle la vita. Due personalità contrapposte, entrambe energicamente volitive, che finiranno per sfociare in un’amorosa intesa, elemento positivo e ottimistico di quella che è sostanzialmente una tragedia. Unico extra del dvd, ben fatto, la galleria fotografica.
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