Storie

L'ORA LEGALE

Regia: Salvatore Ficarra e Valentino Picone
AA

Regia: Salvatore Ficarra e Valentino Picone 
Con: Salvatore Ficarra, Valentino Picone, Leo Gullotta, Vincenzo Amato, Tony Sperandeo, Sergio Friscia, Antonio Catania, Eleonora De Luca, Ersilia Lombardo
Genere: commedia
Distribuzione: Warner

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L’inizio del 2016 nei cinema italiani era stato all’insegna del ciclone (benefico) “Quo vado?” di Checco Zalone e quello 2017, dopo un Natale fiaccherello, non è stato altrettanto tale, anzi il film made in Italy che ha incassato di più lo ha fatto sei volte (sei!) meno, però merita di essere visto (o rivisto: nell’affollamento di un centinaio di personaggi qualcosa o anche tanto sfugge) c’è questo di Salvatore Ficarra e Valentino Picone, alias Ficarra & Picone, che ha strabattuto tante nostre commedie uscite prima e anche dopo, attualmente decimo nella graduatoria dei maggiori incasso e primo dei film nazionali. Quinto diretto, scritto e interpreto da Ficarra e Picone è un film curioso, che nel tema si riallaccia alla commedia all’italiana con la sua capacità di fustigare il malcostume attraverso la risata, piacevole e non poco cattivello e che ha la prima ambiguità proprio che non va inteso come l’ora fissata per legge anche se è inquadrato fra le lancette all’inizio spostate avanti di un’ora e fatte tornare indietro di un’ora alla fine, però non riguarda il tempo: “L’ora legale” è quella della legalità, del rispetto della legge, troppo volta posposta a comodi e interessi, quando addirittura non a malversazioni e vantaggi personali. Una denuncia che ha come teatro – ma meglio dire teatrino – di posa Pietrammare, immaginario paese siciliano (in realtà è Termini Imerese) in cui si stanno per svolgere le elezioni comunali e i candidati a sindaco sono due: l’uscente Gaetano Patanè (Tony Sperandeo) tutto corruzione, intrallazzi, favoritismi, clientelismo, mazzette e permissivismo spinto la cui campagna elettorale ha per alfiere furbo e malandrino Salvo (Ficarra); il rivale Pierpaolo Natoli (Vincenzo Amato), insegnante integerrimo e amato che vuole combattere il malaffare del rivale promettendo onestà, rispetto e applicazione della legge anche in fatto di selezione e conferimento corretto dei rifiuti, di combattere l'abusivismo edilizio, di por fine al caos del traffico e di parcheggi più la realizzazione di una pista ciclabile ed è appoggiato dal  legalitario e corretto Valentino (Picone). Da notare che  Salvo e Valentino, titolari di un chiosco in piazza che vende cibi e bevande, sono cognati e che Valentino è pure cognato di Natoli. Il quale per acclamazione, e non senza  amara sorpresa del gruppo di trafficoni, vince e poi, rara avis, mantiene fede alle promesse fatte nella campagna elettorale: pagamento degli oneri di occupazione del suolo pubblico anche per i parcheggiatori ex-abusivi, raccolta differenziata, istituzione di zone pedonali, vigili che fanno rispettare le regole a suon di multe, chiusura delle fabbriche inquinati ed abbattimento degli edifici abusivi, ma anche degli ampliamenti fatti senza permesso di quelli legali. Tutto va bene, anzi per nulla perché la gente si ritrova toccata nei propri interessi e comodi e insorge capeggiata dal parroco (Leo Gullotta, un ruolo caricato, ma decisamente saporoso) che non vuole pagare l’Imu per il suo bed & breakfast e il vigile che non ha mai dato una contravvenzione per amore del lieto vivere contro quelli che ora sono definiti soprusi dell’amministrazione.

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Il curioso è che sulle prime Valentino non muta parere verso il candidato che aveva sostenuto, ma si ritroverà costretto  a farlo dalle manovre messe in atto da Salvo che ad esempio semina i suoi rifiuti per la strada chiamando poi i vigili e non solo quindi dall’interesse della ditta per via degli oneri di occupazione e dei permessi mancanti... Insomma, sono gli stessi cognati assieme al resto degli abitanti di Pietrammare e complottare contro il neo-sindaco.  Per di più anche a Roma coloro che detengono il potere cominciano a preoccuparsi: che accadrebbe se l’instaurarsi della legalità si estendesse a tutta l’Italia? E persino la figlia del sindaco suffragetta pro genitore troverà magati anche lei qualcosa che non va. Insomma, meglio così o tornerà l’ora illegale? Non è volgare il film, anzi di tanto in tanto offre qualche gustosa citazione (tra le migliori la testa di pesce spada nel letto alla “Padrino”), non vuole dar spazio solo ai due protagonisti e cerca di dar spazio anche alle tante figurine secondarie, cerca di portare in scena un’Italia di lamentosi e insiemi vigliacchetti e provoca giocando sul paradosso che, a parole, tutti vogliono il cambiamento delle regole della vita civile, ma che, al lato pratico, lo accettano solo se non va a ledere i propri interessi personali e poi “tanto lo fanno tutti”… Lo script non è male, un po’ superiore alla media, ma pecca dove cerca per non  schierarsi in modo definitivo di dare un colpo al cerchio e uno alla botte: vedi il politico intrallazzatore colorito ed efficace e il suo rivale pulitino però anonimo e ingrigito, ma anche lo stesso Salvo con le sue malandrinate più simpatico del ligio Valentino. sedotto dalla logica del “tanto lo fanno tutti”). La buccia di banana del pressapochismo si fa viva anche per Ficarra e Picone, che però hanno il merito con il loro quadretto che si rivela anche desolante di introdurre il tema e di trattarlo con una comicità garbata, talora anche incisiva. Insomma, ciò che era cominciato come una commedia finisce per essere un “dramma” politico con il monito: siamo davvero pronti per un mondo dove le regole vengono rispettate da tutti, noi compresi? Da punto di vista tecnico da citare la curata (più di quanto accade a molte nostre commedie) fotografia di Ferran Paredes, non male neppure le musiche di Carlo Crivelli, già autore di quelle di “Andiamo a quel paese”. Il film è disponibile in dv e in blu ray; gli extra comuni ad entrambe le edizioni sono il backstage e il trailer.

 

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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