Storie

L'ODISSEA DEL NEPTUNE NELL'IMPERO SOMMERSO

Regia: Daniel Petrie
AA

Regia: Daniel Petrie
Con: Ben Gazzara, Walter Pidgeon, Ernest Borgnine, Yvette Mimieux, Donnelly Rhodes, Chris Wiggins
Genere: fantascienza
Distribuzione: Sinister film

Ha un cast di tutto rispetto formato da Ben Gazzara, Ernest Borgnine e Walter Pidgeon, cui si aggiunge la francese Yvette Mimieux (“L'uomo che visse nel futuro” di George Pal, “La spiaggia del desiderio” di Henry Levin (1960).
E “I quattro cavalieri dell'Apocalisse” di Vincente Minnelli i suoi film più importanti) da un anno sposata al regista Stanley Donen, questo film di fantascienza del 1973. Una fantascienza mescolata al catastrofico che vuole sfruttare l’impatto nei confronti del pubblico de “L'avventura del Poseidon” (che aveva Borgnine fra gli interpreti), ma priva del cosiddetto senso del meraviglioso di consimili prodotti fanciulleschi. Un’avventura non sull’acqua, ma sottomarina e che trova in Daniel Petrie un regista adeguato e attento, anche se non avvezzo al genere (si avverte un po’ la mancanza del più fantasioso Irwin Allen), mentre gli attori mostrano affidabilità e fanno il loro dovere nonostante uno script non proprio memorabile ed effetti speciali che di speciale hanno ben poco (evidentemente buona parte del non modesto budget è stata assorbita dai cachet degli attori…). Tutto inizia con la nave Triton che al largo della costa di Halifax fa da supporto e da riferimento alla capsula con equipaggio sottomarino OceanLab II che raccoglie i dati dal fondo dell'oceano e lo invia al dottor Samuel Andrews (Walter Pidgeon) e alla sua assistente Lia Jansen (Yvette Mimieux) che analizzano i dati, nel tentativo di determinare la causa dei terremoti sottomarini. Dopo una giornata abbastanza routinaria, una prima squadra di cui fanno parte il caposommozzatore  Don MacKay (Ernest Borgnine) e il suo assistente Cousins Bob (Donnely Rhodes) torna a bordo, ma mentre la seconda sta per fare lo stesso si scatena un violento terremoto sottomarino con il risultato che quando MacKay e altri vanno a vedere cosa sia successo non trovano più la capsula, i cui tre occupanti, tra i quali c’è il fidanzato di Lia, hanno ossigeno solo per tre giorni. I soccorsi si mobilitano, ma mentre il tempo scorre i risultati non arrivano e dell’Oceanlab II non si trova traccia, né la trova il sommergibile accorso sul posto che comincia a scendere nel profondo crepaccio che stava nei pressi del laboratorio e dove potrebbe essere finito, tentativo che però fallisce perché la profondità e i rischi sono troppi.

Viene così chiamato il  Neptune, un batiscafo sperimentale fresco di riparazioni e alla cui guida c’è il comandante Blake (Ben Gazzara), l’unico in grado di inoltrarsi in zone a rischio, ma anche in questo caso del laboratorio non si trova traccia, Non resta che un’ultima ricognizione, disperata, ma pure stavolta non si trova traccia dell’Oceanlab II e dei suoi occupanti, però proprio mentre Blake sta per risalire e Lia, che ha cercato di far durare il più possibile le ricerche, si dispera, arriva un segnale: la OceanLab II è finita in una zona popolata di pesci giganteschi (in realtà pesciolini esotico d’acquario fortemente e palesemente ingranditi) e i tre occupanti si trovano in una grotta assediati da anguille sin troppo cresciute… Ed è qui che mentre la suspense dovrebbe salire (lo stesso Neptune è assalito da granchi e poi da un pescione rosso mentre i tre non hanno più ossigeno), che il film rasente il documentario liceale sulla vita nell’oceano. Disponibile in un dvd di buona fattura con extra limitati a trailer, galleria fotografica e spot televisivi.

 

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