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L’ingegnere camuno diventato responsabile della nazionale cinese di scialpinismo

Vincenzo Cito
Andrea Gianni porta gli atleti ad allenarsi sull’Adamello. Prima di lui la disciplina era semisconosciuta in Cina
Andrea Gianni duranta una gara di scialpinismo - © www.giornaledibrescia.it
Andrea Gianni duranta una gara di scialpinismo - © www.giornaledibrescia.it
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Anche Brescia ha il suo Marco Polo, lo dimostra l’incredibile vicenda umana, sportiva e professionale di Andrea Gianni, 41 anni - originario di Berzo Demo - che nel 2009 si è recato per la prima volta in Cina per lavoro, vi ha diffuso la passione per lo scialpinismo e oggi è responsabile della nazionale. Grazie a lui gli atleti di quel Paese hanno conosciuto l’Adamello, spesso vengono per allenarsi e puntano ai Giochi di Milano-Cortina 2026 nei quali per la prima volta questa disciplina sarà presente.

Gli inizi

Gianni aveva praticato questo sport da giovanissimo con lusinghieri risultati, tra i suoi migliori piazzamenti un ventesimo posto al trofeo Mezzalama, la gara più dura al mondo in alta quota, da Cervinia a Gressoney.

«Quando la mia professione mi ha portato in Manciuria come responsabile dell’assistenza tecnica dei prodotti ferroviari della Lucchini Rs - ricorda -, ho scoperto che lo scialpinismo era sconosciuto. Un giorno, mentre mi allenavo da solo, ho incontrato alcuni ragazzi che cercavano di destreggiarsi in qualche modo rivelando una certa impreparazione e allora offrii il mio aiuto. È nata un’amicizia ed un po’ alla volta sono diventato loro istruttore. Non c’era nulla di organizzato, le attrezzature me le portavo dall’Italia. La nostra squadra presto ottenne buoni risultati, il mio impegno fu notato dalla Federazione sport invernali che nel 2015/’16 aprì la sezione dello scialpinismo, fino ad allora inesistente, proprio nella prospettiva di poter prendere parte all’Olimpiade».

Già nel 2017 i migliori specialisti cinesi furono accompagnati da Gianni sulle montagne bresciane e parteciparono all’Adamello Ski Raid. Da allora il legame non si è più spezzato, anche se nel 2020 l’ingegnere è rientrato e risiede a Pisogne: parla correntemente il cinese, in Oriente ha messo su famiglia (ha due figli), interessi professionali tuttora lo chiamano ancora in quel Paese. Ora promuove progetti di sviluppo relativi all’energia rinnovabile e svolge attività di supporto per industrie bresciane nei loro progetti con la Cina.

Gianni si diverte con i due figli cinesi - © www.giornaledibrescia.it
Gianni si diverte con i due figli cinesi - © www.giornaledibrescia.it

Legàmi

Gianni si sente comunque ancora legato alle sue radici. «Lo dico con orgoglio, è grazie all’acciaio bresciano che ho conosciuto la Cina col mio lavoro ed ora la Cina in un certo senso è tornata a casa, perché la nostra base per gli allenamenti è proprio l’Adamello».

Sulle nevi dell’Alta Vallecamonica la nazionale di scialpinismo è tornata il mese scorso per uno stage, il gruppo era formato da cinque uomini e altrettante donne fra i 19 e i 23 anni, con relativo staff tecnico e medico e come supporto tecnico Gianni ha potuto contare su Oscar Angeloni, bellunese di Longarone, che per cinque anni ha guidato la Svizzera.

«Qui, fra l’altro - spiega Gianni -, troviamo condizioni di neve molto simili a quelle di Bormio dove si svolgeranno le prove olimpiche. Il nostro soggiorno in Italia è supportato dalla famiglia Bulferetti, che all’hotel Dolomiti sul passo del Tonale ci mette nelle migliori condizioni per sistemarci qui anche in lunghi periodi. È notevole, poi, il supporto dell’Ufficio immigrati della Questura di Brescia per i permessi di residenza ai nostri atleti».

Gianni non si sente un pioniere anche se prima di lui in Cina lo sci alpinismo era semisconosciuto. «Ho avuto la fortuna di abbinare la mia passione per lo sport a quella per un Paese dalle grandi prospettive, sempre pronto a intraprendere vie nuove. C’è grande attesa per i Giochi 2026, questo sport per la prima volta sarà sotto gli occhi del mondo e per la nostra rappresentativa è un’irrinunciabile occasione per mettersi in luce».

Tra gli elementi di maggior spicco Yuzhen Lamu, diventata campionessa del mondo Under 20 nella categoria sprint lo scorso anno nella rassegna svoltasi sui Pirenei in Spagna.

«La mia soddisfazione più grande - conclude Gianni - è che grazie allo scialpinismo ora tanti ragazzi del posto conoscono l’Italia attraverso l’Adamello e vi è anche una traduzione locale del nome della montagna composta da quattro ideogrammi. Credo sia l’eredità più bella che io abbia lasciato alla Cina. Un Paese meraviglioso».

A ricordarglielo, ogni giorno, il sorriso dei suoi figli.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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