LA FINESTRA SUL LUNA PARK

Regia: Luigi Comencini
Con: Gastone Renzelli, Giulia Rubini, Giancarlo Damiani, Pierre Trabaud
Genere: drammatico
Distribuzione: Cecchi Gori
Il salodiano (di origini) Luigi Comencini è sempre stato ritenuto un regista particolarmente bravo nel dirigere i bambini (vedi anche “Incompreso” e soprattutto il televisivo e giustamente celebrato “Le avventure di Pinocchio”) ed è ricordato anche perché dopo essere partito sulla scia del neorealismo alla Rossellini e alla De Sica, ha lanciato con la fortunata la trilogia di “Pane, amore e fantasia” (del 1953, il sesto film da lui diretto) il cosiddetto “neorealismo rosa”, in cui il sentimentale entrava in contatto con la realtà come allora era mostrata e il pessimismo lasciava il passo alla speranza. Orbene, questo suo film del 1957 ora reperibili in un dvd Cecchi Gori (nessun extra) e che viene ritenuto tra i suoi migliori degli Anni 50, unisce la sua visione del mondo infantile con i canoni del neorealismo (sia pure tardo) compreso il ricorso ad attori non divi, narrando una storia di contrasti e incomprensioni tra padre e figlio. Il padre è Aldo (Gestone Renzelli), meccanico che aveva trovato lavoro in Kenya e vi si era recato lasciando in Italia la moglie Ada (Giulia Rubini) e il piccolo Mario (Giancarlo Damiani), Costretto a tornare per il funerale della moglie, vittima di un banale in un incidente, si accorge rammaricato che Mario lo ritiene un estraneo, non parla con lui e si rifiuta di andare a scuola, passando le giornate sulla strada. Parlando con i suoceri scoprirà che il bambino è molto legato a Righetto (Pierre Trabaud), un uomo che fa un lavoro modesto (lavora in uno scarico di rifiuti), ma che in assenza di Aldo si è rivelato un ottimo amico per Ada e Mario, tanto che il bimbo da grande vorrebbe diventare esattamente come lui… Anche se Ada non lo aveva mai tradito, egli diventa geloso del rapporto che si è instaurato fra Righetto e il figlio con cui non riesce a comunicare, tanto da volerlo mettere in un orfanotrofio per poi tornare in Africa. Soluzione che Mario rifiuta tanto da fuggire… Ma perché la finestra sul luna park? Si vedrà. Un bel film alieno da “matarazzate” e sdolcinature di un ottimo regista che poi avrebbe dato molto anche alla commedia all’italiana.
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
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