ISADORA

Regia: Karel Reisz
Con: Vanessa Redgrave, Jason Robards, James Fox, John Fraser Iza Teller, Libby Glenn, Zuleika Robson
Genere: biografico/drammatico
Distribuzione: Pulp video

Ha vinto nel 1968 il premio per la migliore interpretazione femminile al Festival di Cannes, Vanessa Redgrave con questo film caduto nel dimenticatoio in cui ha il ruolo di Isadora Duncan, la celebre ballerina americana che tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento, negli anni della Belle Époque, rivoluzionò la danza ballando scalza e che scandalizzò la borghesia del tempo con le sue idee politiche (era simpatizzante comunista), la sua disinibita sessualità e per essersi esibita anche nuda. Un personaggio di rottura, il che spiega perché a dirigere la sua biografia fu Karel Reisz, uno dei nomi più importanti del free cinema inglese degli Anni 60 (suoi due capisaldi del movimento: "Sabato sera, domenica mattina" del 1960 e "Morgan, matto da legare" del 1966), il quale vide in Isadora Duncan, morta tragicamente a Nizza, strangolata dalla sciarpa che indossava le cui frange si erano impigliate nei raggi delle ruote dell'automobile da corsa Bugatti, una rivoluzionaria precorritrice dei movimenti e degli ideali sessantottini. Una biografia che prende il via nel 1927 quando la Duncan, alle soglie dei 50anni (era nata nel 1877 a San Francisco) e ormai ridotta in miseria, detta le sue memorie a un giovane segretario rievoca le tappe della sua carriera, le tragedie che la funestarono la sua esistenza come la morte di due dei quattro figli 7 e 3 anni, annegati nelle acque della Senna assieme alla loro governante nella vettura che l’autista non aveva incautamente provveduto a bloccare, e le grandi passioni amorose della sua vita: lo scenografo Gordon Craig, l'industriale Singer (rampollo della dinastia che aveva creato la famosa macchina da cucire) e il poeta russo Sergej Esenin, di 18 anni più giovane di lei. Orfana di padre e cresciuta tra gli stenti, ribelle e passionaria, osannata dalla critica e adorata dagli intellettuali (Francis Picabia e Jean Cocteau in testa), lusingata da principi e leader politici, la Duncan – Isadorable come la chiamavano gli amici più cari – era guidata da un solo desiderio: danzare e far danzare e per molti anni calcò i palcoscenici del mondo, soprattutto del vecchio continente.

Prima a ribellarsi alle rigide regole della danza classica sia a livello formale, niente tutù e niente scarpette da punta, sia a livello più profondo, danzava ispirandosi alla natura avvolta in pepli morbidi e leggere come una vestale greca, ed a piedi scalzi, in preda ad un‘estasi quasi dionisiaca. Elementi e sensazioni che però il cinema non trasmesse perché la Redgrave, per quanto brava come attrice e come tale premiata sulla Croisette come danzatrice vale poco e i suoi movimenti a tratti appaiono più ridicoli che ammalianti. Quanto al film, che fu manipolato dalla produzione e tagliato di circa 40 minuti, appare una ricostruzione accurata, ma anche abbastanza frammentaria; regge bene nelle prima parte, assai meno nella seconda ambientata in Russia e poi col patetico ritorno in America accompagnata dal poeta sovietico in preda all'alcol e alla fine assurda a bordo della Bugatti che i tarocchi le avevano preannunciato più volte. Una visione comunque la merita. Buona l’edizione in dvd, ma priva di extra,
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