Storie

INSOSPETTABILI SOSPETTI

Regia: Zach Braff
AA

Regia: Zach Braff
Con: Morgan Freeman, Alan Arkin, Michael Caine, Ann-Margret, Joey King, Matt Dillon, Christopher Lloyd, Peter Serafinowicz, John Ortiz, Josh Pais, Siobhan Fallon Hogan 
Genere: commedia
Distribuzione: Warner

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Ci sono film che in sala rischiano purtroppo di passare inosservati, o quasi, ma che una volta visti in televisione, quando saranno programmati sulle reti Rai o Mediaset verranno improvvisamente scoperti e accolti con simpatia ed elogi. Uno di essi è proprio questo “Insospettabili sospetti”, deliziosa commedia gialla non priva di tocchi di critica sociale che mette in campo un trio di straordinari ed eccellenti vecchi attori premio Oscar Michael Caine, Morgan Freeman e Alan Arkin; per di più, vedi Freeman, più convinti del solito di lavorare anche per lasciare qualcosa e non solo per il proprio conto in banca. Opera seconda di Zach Braff dopo il pregevole e dimenticato “La mia vita a Garden State” del 2004, è il remake, ma con attori più convincenti, interamente riscritto e con variazioni fondamentali – non solo nel finale – di “Vivere alla grande” di Martin Brest (1979) con George Burns, Art Carney e Lee Straberg, storia di tre vecchi pensionati che, stanchi di oziare al parco, decidono di compiere una rapina in banca. Nel film originale, il movente era la noiosa routine delle giornate in un parco del Queens, fra piccioni e bambini insolenti, qui è invece molto più logico e motivato e non è tanto la possibilità di poter vivere con più agio, ma la vendetta nei confronti di un sistema bancario che pensa solo a far soldi, senza curarsi a spese di chi. I tre, amici di vecchia data che ogni giorni s’incontrano al circolo sono: Joe (Caine), Willie (Freeman) e Al (Arkin). Il primo vive con la figlia, un'infermiera sottopagata, e la nipote 14enne, che sono andate a sistemarsi con lui da quando il rispettivo marito e padre, scapestrato e con la fedina penale sporca (ma forse recuperabile…) , le ha lasciate; Willy abita distante dalla figlia e dalla nipote tanto che le vede solo una volta l'anno e per di più, affetto da insufficienza renale, è costretto a sottoporsi a dialisi, anche se necessiterebbe di un nuovo rene, intervento che però non è in grado di pagare, cosa che lo porta a non dire a nessuno quale sia la gravità della sua malattia; Al, per di più sofferente di diverticolite, è solo da sempre, non ha moglie né figlie, è il tipico pessimista che vede sempre vuoto il bicchiere mezzo pieno, da anni sostiene di essere prossimo a morire, ma chissà che il futuro non gli riservi la conoscenza di una piacente vedova (Ann Margret, attrice che ha avuto i suoi momenti di maggior fama negli Anni 60 e 70) tanto positiva e aperta quanto lui è tetro e chiuso? La routinaria esistenza ai limiti della povertà dei tre sta però per cambiare: un giorno Joe, che ha ricevuto una lettera di sfratto va nella sua banca per chiedere se la sua azienda gli abbia accreditato la pensione e perché gli possa essere portato via l’appartamentino in cui vive e fa una duplice e terribile scoperta: l’odioso funzionario che gli aveva fatto fare il mutuo lo ha truffato, il mutuo stesso è stato aumentato a sproposito e il mancato pagamento annulla tutte le rate versate; per un investimento sbagliato, anche l’azienda per cui ha lavorato per tanti anni ha messo sul lastrico, ma la legge lo consente, gli ex-dipendenti chiudendo la sua sede Usa e trasferendosi in Vietnam, dove non ha più obbligo di pagare le pensioni per le quali aveva però ricevuto i contributi. Non c’è due senza tre: in banca entrano quattro rapinatori ed uno di essi, con un visibile tatuaggio sul collo, mentre gli altri tre arraffano i soldi, dice a Joe che non gli avrebbe fatto del male in quanto "è un dovere della società proteggere gli anziani".

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La rapina è andata a buon fine, i quattro non sono stati individuati e nei tre amici, di fronte ad un futuro di miseria, hanno così la pensata di rapinare a loro volta la banca. Già, ma Joe e gli altri sono tre vecchi, magari  anche un po’ rintronati: come potranno fare un’impresa per nulla alla loro portata anche se Joe ha trovato un consulente malavitoso che in cambio di una percentuale sul bottino gli dà le giuste “dritte? E a confermare l’incapacità della banda dei pensionati c’è un tentativo di rapina in un supermercato che si rivela veramente disastroso (è un momento di cinema farsesco che fa sbellicare lo spettatore dalle risa). L’ora X del colpo però arriva ed è quella del il giorno nel quale a Joe dovrebbero pignorare casa, ma  anche di una festa organizzata dal circolo degli anziani di cui essi fanno parte. Il furto avviene, però arriva anche l’arresto dei tre da parte dell’agente Fbi Harner (Matt Dillon), il quale non è troppo furbo, ma ha riconosciuto soprattutto il modo di correre di Al immortalato a suo tempo dalle telecamere del supermercato. E qui il film rispetto al prototipo ha un bellissimo scarto grazie ad una serie di trovate e di sorprese assai buone e ovviamente non anticipabili, ma di sicuro effetto e che fanno sì che lo spettatore soddisfatto sia pronto a consigliarlo ad amici e parenti. Bravissimi tutti gli attori, tre glorie del cinema che invecchiano bene, ma Caine svetta su tutti: il suo Joe  fa la differenza col suo tessuto di gesti minimi, signorilità del vecchio d’altri tempi e aria sorniona da ex figlio del popolo. Il film è disponile in dvd con il solo commento audio (in inglese non sottotitolato) del regista Zach Braff e in blu ray, edizione più qualitativa e che ha per ulteriore extra le scene eliminate. Simpaticamente spassoso.

 

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