Storie

INFERNO

Regia: Ron Howard
AA

Regia: Ron Howard
Con: Tom Hanks, Felicity Jones, Irrfan Khan, Omar Sy, Ben Foster,  Sidse Babett Knudsen, Ana Ularu, Ida Darvish, Wolfgang Stegemann
Genere: thriller
Distribuzione: Universal

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Che cosa è successo al professor Robert Langdon, esperto di simbologia e solutore di quiz impossibili, che si ridesta in un ospedale di Firenze inebetito e senza memoria, con una ferita al capo e credendo di essere ancora negli Usa, ma che in realtà – come scoprirà da una ripresa tv, approfittando della buona fede di una addetta agli Uffizi che lo conosce, ha rubato addirittura la maschera mortuaria di Dante Alighieri che non sa però dove abbia nascosto? Sono alcuni dei misteri che, mentre altri se ne accumuleranno, vengono sciorinati allo spettatore di “Inferno”, tratto dall’omonimo bestseller, terzo incontro tra lo scrittore Dan Brown (autore di stravenduti thriller religio-esoterici-misteriosofici), il regista Ron Howard (“Apollo 13” e l’oscarato “A beautiful mind”) e l’attore Tom Hanks (Oscar da protagonista consecutivi  per “Philadelphia” e “Forrest Gump”). Un film ora disponibile per visioni domestiche grazie all’home e video e che ha avuto un buon successo, non però come i due precedenti sempre tratti dai best seller di Dan Brown: l’incasso mondiale è stato di oltre 220 milioni di dollari contro gli oltre i circa 758 de “Il codice da Vinci e i 458 di “Angeli e demoni”. Del resto anche lo stesso romanzo, pur essendo partito alla stragrande con nove milioni di copie vendute nel mondo in soli venti giorni non ha eguagliato, le tirature degli altri. Ma torniamo alla vicenda: Robert Langdon (un Tom Hanks che per buona parte del film sfoggia un’aria inebetita, ma si conferma l’attore capace e credibile amato dal grande pubblico) non solo si desta in ospedale dalla dottoressa Sienna Brooks (Felicity Jones, quella de “La teoria del tutto” e di “Rogue one: a Star wars story” che ha grinta, ma come l’eroina fantascientifica solo in pochi momenti appare veramente efficace) non sapendo dove si trovi e senza sapere perché sia finito lì, preda di angoscianti visioni infernali e in cui compaiono una donna velate e fiotti di sangue. Non ha però tempo di capire perché deve fuggire con la dottoressa perché è arrivata 
una killer in divisa vestita da carabiniere che ha ucciso i malcapitati infermieri incontrati e vuole fare lo stesso con lui. Da qui prende il via ad una ricerca all’insegna di Dante e della prima cantica del suo poema che partendo dalla raffigurazione dell’Inferno fatta da Botticelli e proiettata, ma alterata, da un microproiettore contenuto in una biocapsula che il professore non sapeva di avere. Ricerca che partendo dalla città dei Medici e dagli Uffizi porta Langdon e la dottoressa a San Marco a Venezia per concludersi poi a Istanbul, nella basilica di Santo Sofia. Il tutto perché il folle genetista Bertrand Zobrist (Ben Foster), che in apertura di film si è visto gettarsi dalla torre della chiesa di Badia fiorentina e che considera l’umanità il vero male del mondo con la sovrappopolazione in perenne aumento, ha creato un virus celato chissà dove che sta per diffondersi scatenando il morbo della peste per decimare l’umanità e per salvarla dall’estinzione(!).

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Riuscirà il professor Langdon a evitare la strage, sempre che però prima recuperi memoria e capacità di un tempo e riesca a sfuggire alla killer, alla polizia italiana e a un presunto ispettore dell’Oms, l’Organizzazione mondiale della sanità (Omar Sy, quello divenuto famoso con la commedia “Quasi amici”) che non sembra ben intenzionato nei suoi confronti? Dei tre best sellers di Dan Brown questo è il più debole, costruito su un bigino dantesco, una guida della città toscana e due delle chiese citate, abbastanza sciocco, ma che si regge su tre grossi colpi di scena (però il film gira di segno quello finale) e  personaggi ambigui, che non si sa da che parte stiano. Se però si accetta di sospendere l'incredulità, il film di Ron Howard risulta una pellicola godibile e tesa che offre l'ennesima buona performance di Tom Hanks e soprattutto fa (ri)scoprire agli spettatori le bellezze di Firenze e anche alcune del Palazzo Ducale  di San Marco a Venezia. Il vero pregio sta quindi nel lungo e particolareggiato spot turistico della città di Dante, Ponte Vecchio, Palazzo Pitti, corridoio del Vasari, Battistero di San Giovanni  e  Giardino di Boboli compresi. Improbabile, ma uno spettacolone con una prima parte più tesa e una seconda in cui sembra affiorare anche il sentimento (salta fuori un’ex-fiamma di Langdon) per poi ripartire per un finale da thriller, che Ron Howard ha impaginato professionalmente avvalendosi pure della direzione della fotografia di Salvatore Totino, delle scenografie di Peter Wenham, dei costumi di Julian Day e delle le musiche di Hans Zimmer. Ricchi (oltre 70 minuti) e uguali stavolta per le due edizioni (dvd e blu ray) i contenuti speciali: Scene eliminate o ampliate come l’inizio e la fine; Ron Howard: Diario di un regista; Un profilo di Langdon; Il miliardario malefico: Bertrand Zobrist; Questa è Sienna Brooks; Inferno in giro per il mondo;  Visioni dell'Inferno. Oltre che in dvd e in blu ray, “Inferno” è disponibile in blu ray 4k, il top della tecnologia attuale fruibile da chi possiede lettori e tv appositi (il cofanetto contiene pure il bd normale), In commercio, anche i cofanetti di 3 dvd o di 3 bd “Robert Langdon 3 Movie Collection” con tutti i film della saga.

 

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