Storie

INFANZIA, VOCAZIONE E PRIME ESPERIENZE DI GIACOMO CASANOVA, VENEZIANO

Regia: Luigi Comencini Con: Leonard Whiting, Maria Grazia Buccella, Tina Aumont, Senta Berger Genere: commedia Distribuzione: Cecchi Gori
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Regia: Luigi Comencini    
Con: Leonard Whiting, Maria Grazia  Buccella, Tina Aumont, Senta Berger
Genere: commedia
Distribuzione: Cecchi Gori
Era dato per perso questo film del salodiano Luigi Comencini, un po’ insolito dal momento che si tratta di una storia in costume nella carriera di quello che è stato, e a ragione, definito “il regista dei bambini” e che è stato pure un elogiato autore di commedie all’italiana: lo recupera ora la divisione home video Cecchi Gori che lo propone in versione più lunga di 22 minuti di quella che nel 1969 fece la sua apparizione nelle nostre sale inserendovi sequenze invece presenti sull’edizione per il mercati francese (era una coproduzione). Tratta con raffinatezza figurativa ispirata ai quadri di Pietro Longhi, qualche libertà e molta misura (soprattutto se si pensa che si tratta dei primi passi della storia di uno dei più famosi libertini e avventurieri che 7 anni dopo avrebbe ispirato, ma in versione anziana pure Fellini) dalle Memorie di Casanova, la storia parte nel 1733-34 a Padova dove era stato mandato a studiare il piccolo Giacomo, figlio di attori e rimasto orfano di padre e affidato dalla madre ansiosa di liberarsene alla tutela di un nobile molto ricco quanto avaro. Per sua fortuna, egli sarà preso a benvolere da don Gozzi, prete generoso quanto intransigente che lo avvia agli studi ecclesiastici, finiti i quali tornerà nel 1742 come abate a Venezia e capire di essere sulla strada sbagliata sin dalla prima predica, al termine delle quale trova fra le offerte delle questua anche molti bigliettini amorosi e si scopre oggetto di attenzione di nobildonne giovani e meno. Come andrà è risaputo. Una curiosità: la futura suora che fa gettare l’abito talare di Casanova alle ortiche è Cristina Comencini, figlia del regista e futura apprezzata regista.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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