Tutti soli, qualcuno però lo è più di altri

Maria è fra questi, non ha avuto figli ed è rimasta vedova presto. Senza la presenza dei propri affetti la vita diventa una morte apparente
Un'anziana si copre il viso © www.giornaledibrescia.it
Un'anziana si copre il viso © www.giornaledibrescia.it
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Siamo tutti soli, qualcuno lo è più degli altri. Maria è fra questi perché non ha avuto figli ed è rimasta vedova presto. Da tempo le lancette del suo orologio biologico giravano al contrario, durante il giorno dormiva e di notte si muoveva per casa. Spesso non ricordava di prendere le medicine ed era per lei uno sforzo compiere anche le più piccole faccende domestiche.

Le succedeva di dimenticare il gas acceso e non sentiva l’acqua tracimare dal lavandino. Non riuscendo più a provvedere a se stessa, un’assistente sociale l’ha accompagnata in una residenza per anziani lasciandola con il nodo alla gola, come fanno le mamme con i bambini il primo giorno di asilo.

Nonna Maria, isolata dalla quarantena, ha per compagnia una televisione che guarda senza alcun interesse. Della sua vita precedente le restano solo alcuni abiti, un piccolo beauty e i prodotti per la toilette. Lei ha sempre amato l’odore di pulito e del borotalco, ripeteva che «i giovani devono curarsi per piacere, gli anziani per non dispiacere».

È incredibile come un tubetto di «cera di Cupra», un burrocacao o un pettine possano diventare qualcosa di intimo quando tutti gli oggetti intorno diventano estranei. Lei non sa che dentro la sua nuova abitazione le visite dei parenti adesso avvengono in una specie di parlatorio, separati da una lastra di vetro.

Le precauzioni hanno quasi eliminato quella socialità che rendeva sopportabile la perdita delle proprie abitudini. Gli anziani, limitati nella possibilità di incontrarsi, di giocare a briscola o a tombola sono diventati più taciturni. Si dispiacciono per la sospensione dei pomeriggi organizzati dai volontari, ricordando quando venivano messi in palio collanine e cioccolatini, la cui vincita era motivo di piccole gioie e distrazione. Mancano loro gli sguardi di comprensione e il sentirsi domandare: «Come stai oggi»? Nello scorrere di quei giorni senza il conforto di un viso familiare molti avevano finito per scambiare la protezione e il distanziamento con la dimenticanza. Gli anziani in questo periodo di contagio sono come gli anemoni che il linguaggio segreto dei fiori associa alla fragilità e alla breve durata.

Il loro significato li mette in relazione all’abbandono, ma anche alla speranza dell’attesa, poiché senza la presenza dei propri affetti la vita diventa una morte apparente. Cosa conta di più? Il quanto o il come? La nostra vecchiaia ci darà l’ardua sentenza.

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