Non si può guardare a lungo nel pozzo

In questi giorni si dovrebbe stendere un pietoso silenzio sulla parte più oscura della vicenda del barman dell’Armani Hotel di Milano
Alcune vicende lasciano un senso di smarrimento
Alcune vicende lasciano un senso di smarrimento
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Quando si guarda troppo a lungo dentro il pozzo può nascere anche l’insana idea di buttarcisi dentro. Ricordo un periodo negli anni 80’ in cui i giornali descrivevano la «dolce morte» di chi si era avvelenato con il gas del tubo di scappamento. Allora la Polizia invitò la stampa a non dare informazioni troppo dettagliate su queste tragedie poiché alcuni giovani si suicidavano per spirito di emulazione.

La morte in realtà non è mai dolce, soprattutto per chi resta, e in questi giorni si dovrebbe stendere un pietoso silenzio sulla parte più oscura della vicenda del barman dell’Armani Hotel di Milano. Non cito il suo nome poiché con l’eliminazione della sua fidanzata e della sua progenie quest’uomo merita la dispersione anche del suo nome.

La sua vita è stata sezionata in mille pezzetti, anche la madre in televisione lo ha chiamato «mostro» e altri adesso dicono che rubava i soldi dalla cassa del bar. Eppure la sua immagine con il cappuccio in testa mentre guida una bella macchina un po’ attrae. In questi giorni tutti lo vedono come una bestia sanguinaria ma tra non molto alcune donne gli scriveranno delle lettere in carcere. Come è già accaduto, probabilmente una la sposerà. L’azione atroce che da tanti giorni riempie i telegiornali nutre la curiosità verso un narcisista che ha generato dei bambini che non cresceranno mai. Di fatto la natura lo ha maturato dal punto di vista riproduttivo ma non ha sviluppato in lui né il sentimento paterno né il senso di responsabilità. 

Ciò che stupisce è la considerazione sociale che questo Peter Pan aveva della relazione di coppia, che da tempo trattava senza riguardo. La sua dualità sentimentale gli ha consentito di vivere una storia parallela ma lo ha condizionato al punto di portarlo alla cancellazione fisica della compagna, diventata all’improvviso un ostacolo da rimuovere. Spesso le tragedie si sovrappongono ad altre storie maledette, ma l’impressione che alcune vicende abbiano un maggiore impatto di altre appare evidente. I processi mediatici guidano il pubblico, sempre più avido di particolari spesso disumani, che giudica, assolve e punisce.

La condanna popolare cala come una mannaia anche sui malaugurati familiari che si trovano a condividere destini terribili, poiché le scelte sciagurate fatte in pochi secondi si scontano e si condividono per il resto della vita.

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