La passione salva cani e fioriere abbandonate

Una nuova riflessione firmata Augusta Amolini che ci porta a pensare al concetto di bene comune
Una corona di fiori per ingentilire un cane ritenuto aggressivo
Una corona di fiori per ingentilire un cane ritenuto aggressivo
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Passeggiando nel centro cittadino lo sguardo viene attirato dalla vetrina di una profumeria, insolitamente fra i cosmetici espone alcune stampe che ritraggono dei Pit Bull con stupende ghirlande di fiori sulla testa.

Sono immagini singolari realizzate da una fotografa francese che vive a New York, la quale coltiva passione e compassione per questi cani ritenuti aggressivi, spesso ingiustamente maltrattati e abbandonati dai loro padroni. Sophie Garmand con il suo progetto artistico «Flower Power» invoglia la gente ad adottarli, presentandoli addobbati e ingentiliti da sguardi indifesi che inteneriscono. Sfatando il timore che suscitano ha contribuito a ridare una casa a molti degli esemplari fotografati, destinati all'abbattimento o a vivere rinchiusi nei canili.

Il concetto di adozione a Napoli è stato ampliato da Maria Luisa Iavarone, la madre di Arturo, uno studente tristemente famoso per un sanguinoso atto di bullismo subito da tre coetanei. Nell’intento di migliorare il decoro urbano della città partenopea, come altre afflitta dal degrado, ha lanciato l’idea di adottare un marciapiede.

Dal suo profilo Facebook sollecita a una «cittadinanza attiva», invita a raccogliere la sfida infilando i guanti di gomma, per contribuire al cambiamento con la pulizia degli spazi comuni prospicenti alle proprie abitazioni o attività. L’iniziativa «meneimportachallenge» è una mobilitazione civile che ha coinvolto anche i dipendenti del Museo Madre e si fonda sul presupposto che Napoli non vuole essere «’na carta sporca», come cantava Pino Daniele.

Sono moltissime le persone sensibili al rispetto dovuto ai vicoli storici che appongono il bollino identificativo dell’adozione su una fioriera riqualificata, come fosse un Pit Bull mostrato prima e dopo la toelettatura dalle fotografie artistiche di Sophie. Anche a Brescia, nella piazza dove si possono ammirare i cani inghirlandati, in agosto un corniciaio in pensione attrezzato solo di un secchio d’acqua e di una spazzola di saggina, inconsapevole delle leggi che lo vietano, ha ripulito la fontana settecentesca annerita dallo smog e dal muschio.

Forse nel fiume Mella, come nel Volturno e nel Sarno scorre ancora un’acqua di civiltà che accomuna tutti i cittadini di «buona volontà» nell’amore verso il patrimonio pubblico. Uno spazio comune adottato finisce di essere considerato una «res nullius», poiché sotto lo strato dell’incuria esiste sempre la bellezza del bene che appartiene a tutti e che migliora la qualità della vita.

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