In Regione le ragioni di tutti

Nella nuova legislatura a Palazzo Lombardia ci aspettiamo che il Consiglio regionale torni ad essere il cuore della discussione politica
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Nemmeno i bookmaker più spregiudicati avrebbero quotato un azzardo così. Nessuno poteva immaginare una vittoria tanto ampia per Attilio Fontana, che ha superato il diretto avversario del centrosinistra per la presidenza della Regione di oltre 20 punti percentuale.

Effetto delle elezioni politiche, della corsa contro Renzi che ha finito per travolgere con il segretario dimissionario dei dem anche Giorgio Gori. «Mai avrei pensato ad un successo di tale portata» ha ammesso Fontana, sempre avanti nei sondaggi, ma al massimo di sette punti. Ora è pronto a guidare una giunta a trazione fortemente leghista perché se com’è vero in politica i numeri contano, il Carroccio si riserverà la parte del leone nella futura squadra di governo che sarà pronta dopo Pasqua.

Fontana è già al lavoro per una razionalizzazione degli assessorati all’insegna dell’accorpamento delle deleghe. Da amministratore locale, forte dell’esperienza decennale da sindaco di Varese, non potrà non notare poi come il Consiglio regionale si sia ridotto negli ultimi tempi a mero certificatore di decisioni assunte nel chiuso delle riunioni di giunta e portate poi in aula già confezionate senza di fatto possibilità non solo di modifica, ma anche di confronto. Ecco, nella nuova legislatura a Palazzo Lombardia ci aspettiamo che il Consiglio regionale nella sua interezza torni ad essere il cuore della discussione politica. Con la maggioranza e le opposizioni a vigilare sull’operato della giunta e non semplici comparse in un percorso quinquennale di sfide.

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