Impareremo a contestare il conto, come veri signori

La riflessione su il dopo lockdown tra campanilismo, reddito in crisi e umanità
Reddito (simbolica) - © www.giornaledibrescia.it
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Come nella filastrocca di Madama Dorè la carta gira in fretta, il silenzio sembra un capitolo chiuso e le nostre vite interrotte riprendono nel punto dove le avevamo lasciate. Qualcosa è cambiato, ma non tutti se ne sono accorti. Il vuoto è stato colmato da contese geografiche inaspettate e dalla scoperta che non solo gli «uomini odiano le donne».

Un cupo campanilismo si è sovrapposto ai rintocchi delle campane che avevano scandito il tempo dentro le case piene e le chiese vuote. In soli cento giorni le priorità sono state ribaltate come un rimorchio di ghiaia e la gente ascolta con distacco gli inviti a ritornare nei luoghi di vacanza, dove pochi mesi prima in alcuni casi era stata allontanata con insofferenza. Anche la solitudine a volte bramata dagli abitanti delle città d'arte è diventata un peso; snaturati nei loro ritmi lavorativi non vedono più il turismo solo come una devastante invasione di cavallette. Il futuro sospeso ha portato a riconsiderare il principio di relazione che unisce gli uni agli altri e si ricomincia a guardare il prossimo come il polo opposto da attrarre. La gente comune, indotta per anni a rateizzare elettrodomestici e desideri, comprende l'utilità di aver conservato la mela ora che è arrivata la sete.

Molti scoprono di non saper nuotare in un mare di falsa ricchezza, sono stati sufficienti due mesi di mancato salario per finire inesorabilmente sott'acqua. Affogano anche gli status symbol dell'apparenza che, già prima della pandemia, costituivano il vero distanziamento sociale. Affiorano solo i bisogni e il pensiero di ridare il giusto valore alle cose. Mi torna in mente l'amico Giulio, un vecchio capitano di lungo corso, il quale sosteneva che: «i veri signori, quando è necessario, contestano il conto». Il concetto si adatta alla nuova architettura sociale che dovrà fare dell'etica la sua cifra distintiva.

Anche i cibi gourmet, venduti in porzioni da nouvelle cuisine a prezzi esorbitanti, faranno fatica a galleggiare se paragonati al reddito di tante famiglie per le quali la prosperità sta diventando un'utopia. Forse impareremo a contestare il conto, quando non verrà applicato il codice a barre morale, per passare dal benessere al «bendessere», liberi di «vivere il meglio possibile». Sostenere questa utopia è come credere nell'esistenza della «città del sole», ma in essa è contenuta la panacea per guarire i mali che affliggono l'umanità.

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