IL RESTO DI NIENTE

Regia: Antonietta De Lillo
Con: Maria de Medeiros , Rosario Sparno, Raffaele Di Florio, Imma Villa, Lucia Ragni, Riccardo Zinna, Enzo Moscato
Genere: drammatico/storico
Distribuzione: Sinister film
Chissà come mai, anche quando a scuola si studiavano il Risorgimento ed i suoi protagonisti, quello della Repubblica Napoletana (o Partenopea) è stato sempre un episodio trattato come minore, relegato in poche righe quando non addirittura taciuto nonostante sia stato una delle grandi tragedie della storia del nostro Paese a causa della feroce repressione che seguì alla sua caduta con la condanna a morte di oltre un centinaio di patrioti che in essa avevano svolto funzioni di governo, partecipato alla attività legislativa educativa ed economica e poi essersi prodigati per difenderla, la condanna all’ergastolo (e si sa come erano terribili le carceri borboniche…) di oltre 200, pene più ridotte per altri 300 e 350 allontanati dalla città fra esilio e deportazione. Forse si preferì relegarlo in secondo piano visto che, come aveva avuto modo di rilevare Benedetto Croce a dare vita al bagno di sangue e di soprusi oltre al mancato rispetto della parola data da parte dei sovrani ci fu anche il comportamento dell’ammiraglio britannico Horatio Nelson, che nella baia di Abukir aveva sconfitto la flotta di Napoleone. Un episodio che la regista Antonietta De Lillo in “Il resto di niente” riporta alla luce e a maggiore conoscenza basandosi sull'omonimo romanzo di Enzo Striano, attraverso il ritratto di uno dei suoi protagonisti, la nobildonna Eleonora Pimentel Fonseca, interpretata da Maria De Medeiros. Film che a tutt’oggi è l’opera più riuscita e apprezzata della cineasta e fotografa napoletana, presentato come Evento speciale alla Mostra di Venezia 2004, vincitore del David per i costumi di Daniela Ciancio (era candidato anche per l’attrice protagonista e la scenografia) cinque candidature ai Nastri d’argento e il Globo d’oro per la fotografia di Cesare Accetta. Tra gli altri riconoscimenti, spicca il Ciak d’oro come miglior film nella categoria "Bello e invisibile". In effetti, all’epoca era stato distribuito soltanto in 20 copie, ma è possibile recuperarlo ora grazie alla Cg Entertainment che lo propone in dvd. Il film si concentra sulle poche ore che precedono l’esecuzione di Eleonora Pimentel, condannata ad essere impiccata e non decapitata come si usava per gli aristocratici perché la sua nobiltà non era stata riconosciuta e procede in flashback dopo che le prime immagini avevano mostrato una ragazzina scalza con una tazza in mano entrare in un salone di straordinaria bellezza, dai soffitti barocchi e le tarsie intagliate sul cui fondo, in tragica solitudine, siede una donna dai capelli grigi con lo sguardo a tratti smarrito, a tratti sereno e rassegnato. È la Pimentel, nobildonna portoghese, voce della rivoluzione partenopea del 1799 che con altri giovani aristocratici napoletani si batté per gli ideali di uguaglianza, libertà e fraternità diffusi da Napoleone nel nome della Rivoluzione francese, condannata che come ultimi desideri prima dell'esecuzione aveva chiesto un caffè e un paio di mutandine per sostituire quelle che e erano state strappate e impedire che nel momento estremo fuoriuscissero in pubblico sangue e materiale organico.
È l’ultimo segno di disprezzo e di dileggio del potere per la donna, l'unica straniera, la meno giovane e la più colta del gruppo di patrioti della caduca Repubblica Partenopea che si distingueva anche perché sottolineava l'esigenza di andare lei (e gli altri compagni aristocratici) verso il popolo; di adottare, lei che era stata nominata condirettore del bisettimanale il "Monitore Napoletano" un linguaggio e uno stile di scrittura del giornale (e degli altri che nascevano in quei giorni) che fossero accessibili, semplici; ma anche capace di essere critica verso quel tanto di aristocratico o di astratto che i suoi compagni parevano mostrare. Girato alla Rossellini delle opere televisive e divulgative (ma c’è stato anche chi ha citato Manoel De Oliveira per lo stile scabri e la purezza dei risultati), a tratti commovente, elegante e ricercato pur se girato con scarsità di mezzi che hanno impedito di realizzare scene di massa, “Il resto di niente” è un ritratto di donna e di rivoluzionaria molto ben fatto che non ammicca alle decalcomanie illustrative con attori convinti e coinvolti e che oltre alla De Medeiros sono Rosario Sparno, Riccardo Zinna, Enzo Moscato, Imma Villa, Lucia Ragni e Raffaele Di Florio più tanti altri (compresa Pina Cipriani, la detenuta che canta). Ecco così Eleonora che si rivede bimba il che con tutta la famiglia arrivò a Napoli in carrozza, l’appartamento preso in affitto in centro, la città caotica e affascinante dove il popolino, la piccola borghesia lavoratrice, i grandi patrimoni si mescolano nella grande via centrale, papà che allaccia rapporti con la nobiltà locale. E lei che si crea presto un proprio spazio fatto di poesia e piacevolezza nella conversazione come nell'aspetto, incontra Vincenzo Sanges, l'amico di una vita, la necessità economica che la porta ad un matrimonio combinato che le aprirà una realtà fatta di violenza, prevaricazione, squallore, abortire due figli in seguito ai maltrattamenti del consorte e poi e il dolore più grande: la perdita di un figlio di pochi mesi… Ma anche dolori che la temprano e fanno di lei un’insolita rivoluzionaria, la frequentazione con le frange estreme delle correnti progressiste, la Rivoluzione francese, i festeggiamenti in riva al mare, il carcere, l'arrivo dei francesi in città e io 23 gennaio 1799 la Repubblica, voce che la capitolazione di Castel Sant'Elmo farà tacere pochi mesi dopo, a giugno… Valido extra del dvd il dietro le quinte della lavorazione.
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