Storie

IL POSTINO

Regia: Massimo Troisi & Michael Radford
AA

Regia: Massimo Troisi & Michael Radford 
Con: Massimo Troisi, Philippe Noiret, Maria Grazia Cucinotta, Linda Moretti, Renato Scarpa, Anna Bonaiuto, Mariano Rigillo, Sergio Solli, Carlo Di Maio, Nando Neri, Vincenzo Di Sauro 
Genere: commedia
Distribuzione: CG entertainment

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Per chi ha amato Massimo Troisi è un film di culto questo “Il postino” del 1994, l’ultimo dell’attore e regista napoletano che è morto solo 12 ore dopo la fine delle riprese e che nel nostro Paese, per un discutibile escamotage pubblicitario risulta codiretto da Michael Radford e Massimo Troisi, ma che l’estero e fra le candidature Oscar ha sempre figurato con Radford unico regista. Comunque sia, all’epoca comprendendo gli incassi raccolti in tutto il mondo è arrivato a introitare 80 milioni di dollari. record d’incasso per un film italiano, risultato reso possibile anche dalle cinque candidature all’Oscar: film; regia di Radford, attore protagonista Troisi, sceneggiatura non originale e  colonna sonora di Luis Bacalov (e Sergio Endrigo), l’unica nomination che si è mutata in statuetta. Ispirato con non poche variazioni sostanziali (la località, l’epoca e altro più importante) al romanzo “Il postino di Neruda” del cileno Antonio Skármeta, il film era da anni logicamente disponibile per l’home video, prima in videocassetta e poi anche in dvd, però in edizioni che avevano suscitato qualche perplessità in fatto di qualità di immagini e di apporto di contenuti speciali, critiche destinate ad essere superate da questa nuova edizione ricca di extra di Cecchi Gori  entertainment che al dvd aggiunge anche il blu ray. Il film, girato tra Pantelleria, Salina e Procida, è ambientato nel 1948 in un'isola del sud d'Italia dove il poeta cileno Pablo Neruda (Philippe Noiret), esiliato dal suo Paese perché comunista, si rifugia con la giovane e appassionata moglie Matilde (Anna Bonaiuto). Nell’isola dove la maggior parte degli abitanti sono analfabeti, vive il disoccupato Mario (Massimo Troisi), figlio di un pescatore che ha però ben poca vocazione per il mare e al quale il locale capoufficio delle Poste, Giorgio, comunista militante, affida l'incarico di postino ausiliario con il compito di  consegnare la nutrita corrispondenza del poeta. Frequentando Neruda, Mario vuole approfondire la sua conoscenza del poeta, inizia a leggere il "Canto general", e a poco a poco comincia a discorrere con lui di poesia e soprattutto delle sua arte, arrivando a chiedergli delucidazioni sulla sua vena poetica e sulle sue idee. Tra i due nasce un rapporto di amicizia. Il poeta riceve per il suo compleanno un messaggio registrato dal Cile e fa incidere sul dittafono un saluto per i suoi amici a Mario che come cosa più bella dell'isola cita Beatrice Russo (Maria Grazia Cucinotta), la giovane barista di cui si è invaghito e che riuscirà a conquistare con le "metafore" apprese d Neruda, il quale una volta accompagna il giovane all'osteria dove gli dedica pubblicamente una poesia. Beatrice, affascinata, nonostante il divieto della zia di rivederlo, si concede a Mario e alle nozze riparatrici Neruda fa da testimone, nonostante le perplessità del curato. Frattanto l'esilio viene revocato ed il poeta può ritornare in patria, ma Mario continua a seguire le vicende dell'illustre amico sui cinegiornali e alla radio, senza aver però altro segno in cinque anni che la lettera del segretario del poeta che gli chiede i libri e gli oggetti lasciati sull'isola, dove, grazie a un deputato della Dc sono finalmente iniziati i lavori dell'acquedotto. Mario, sempre più impegnato nel Pci e che aspetta un figlio, registra per l'amico lontano i rumori dell'isola, la voce del mare e del vento, ed il battito cardiaco del nascituro. Passano altri cinque anni dopo, Neruda e la moglie tornano sull’isola e vanno nell'osteria di Beatrice, dove trovano Pablito, il figlio di Mario, il quale però non lo ha nemmeno visto nascere: è morto a Roma durante un comizio in cui doveva leggere di una poesia in onore del cileno. Non è un film perfetto “Il postino”, alterna alcune banalità e momenti eccellenti soprattutto per merito di Troisi e di Noiret (pure lui bravissimo e per alcuni critici stranieri anche più dell’italiano), offre una trama tutto sommato accattivante e un certo colore locale che non disturba tanto che ancor oggi merita di essere visto (eccome) e conosciuto.

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Piuttosto seccante invece la querelle che coinvolse Bacalov dopo l’Oscar, il quale fu chiamato in causa da Sergio Endrigo che affermava che nella colonna sonora c’era la totalità melodico-armonica di un suo brano inciso nel 1974, composto assieme al cognato Riccardo Del Turco (autore ed interprete di hit come “Luglio” e “Che cosa hai messo nel caffè?”) e all’amico  paroliere e musicista dilettante, Paolo Margheri. Bacalov fu accusato di plagio da Endrigo e in merito furono emesse due sentenze: la prima nel 2001 parzialmente favorevole a Bacalov, la seconda del 2003 che dava ragione a Endrigo, ma che Bacalov contestò ricorrendo in Cassazione, Ricorso che in attesa di giudizio il cantautore istriano non potè conoscere l’esito, visto che morì nel settembre del 2005, ma proseguito dalla di lui figlia Claudia con Del Turco e a Margheri che finirono per vincere: nel 2013, l’annosa causa per la paternità delle musiche (ben 18 anni)  si chiuse con la transazione di Bacalov che riconobbe le ragioni di Endrigo e degli altri ricorrenti sulla co-paternità della colonna sonora. Della bontà della nuova edizione si è detto, spieghiamone le ragioni, comuni sia al dvd che al più qualitativo grazie all’alta definizione blu ray: nei rispettivi cofanetti è inserito un booklet inedito di 20 pagine con i bozzetti delle scenografie e i character design di Lorenzo Baraldi e Gianna Gissi mentre i contenuti speciali sono il making of curato da Stefano Veneruso, scene alternative, intervista a Gianna Gissi e intervista a Lorenzo Baraldi, trailer.

 

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