Storie

IL MAESTRO E MARGHERITA

Regia: Aleksandar Petrovic
AA

Regia: Aleksandar Petrovic
Con Ugo Tognazzi, Mimsy Farmer, Bata Zivojinovic, Alain Cuny,  Ljuba Tadic, Eva Ras 
Genere: thriller
Distribuzione: Cecchi Gori

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Era indubbiamente un’impresa molto ardua portare sullo schermo un romanzo complesso, sottilmente allegorico, fascinoso e satirico come “Il maestro e Margherita” di Michail Bulgakov, uno dei grandi capolavori della letteratura russa del Novecento, ma che in patria durante lo Stalinismo aveva incontrato molte difficoltà tanto da essere pubblicato postumo (lo scrittore era morto nel 1940) tra il 1966 e il 1967 in versione censurata. C’era così grande attesa  alla Mostra di Venezia nel 1972 (anno in cui però i premi non furono assegnati per le contestazioni antifestivaliere e non ottenne così nulla lo strepitoso e mitico “Arancia meccanica” di Kubrick), dove il film di coproduzione italo-jugoslava con la regia di Aleksandar Petrovic, un cast di attori importanti e le musiche di Ennio Morricone  fu presentato in concorso. Con esiti però inattesi perché invece degli elogi arrivarono bordate di critiche tra le quali quelle più aspre (e a rileggerle oggi anche inconcepibilmente astiose) furono quelle di Tullio Kezich; da qui lo scarso successo in sala e soprattutto l’ostracismo che lo colpì e dal quale provvede ora a trarlo la bella pubblicazione in dvd da parte di Mustang Entertainment e Minerva Pictures con la distribuzione di Cecchi Gori. Ma è meglio procedere con ordine. Il romanzo di Bulgakov è incentrato sulle persecuzioni politiche subite da uno scrittore e drammaturgo (chiamato il Maestro) che finirà in manicomio da parte delle autorità sovietiche degli anni 30, sul suo amore con Margherita Nikolaevna, e sul suo riscatto grazie a una visita del Diavolo nell'Unione Sovietica, dove la religione era stata bandita; trama cui s'intreccia parallela quella del processo evangelico al Messia e di Ponzio Pilato, vicende che sono anche oggetto di un  lavoro teatrale del Maestro contestato dalla censura per alcune affermazioni, tra cui quella che ogni potere è contro la libertà. Il  direttore del teatro ricorre pertanto al presidente dell'associazione scrittori proletari per bloccarlo, ma soprattutto interverrà Satana, nelle vesti di un maestro di magia nera, il professor Woland. A firmare la trasposizione per immagini fu incaricato appunto Aleksandar Petrovic, poco prolifico e famoso per aver scritto e diretto “Ho incontrato anche zingari felici”, Premio speciale della giuria a Cannes 1967 e nomination Oscar per il film straniero, pellicola che all’epoca girà moltissimo tra i cineforum.

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Un conto però sono gli zingari e il loro mondo, su cui l’autore era poi tornato, e un conto Bulgakov con tutta la sua sulfurea materia e la vena fantastica che risultarono decisamente appiattite, troppo semplificate. Infatti la storia è tutta concentrata sulla “seconda parte del libro”, quella in cui si narra della storia del Maestro e della donna che ama Margherita, ma risulta molto  stravolta e l’impianto narrativo è modificato perché a differenza del libro, che procede per flash e flashback, il film sceglie l’ordine cronologico” fondendo però così alcuni eventi tra loro, cosa che sulla pagina è ben diversa. Presumibilmente Petrovic, che pure lui aveva avuto difficoltà con il regime jugoslavo, oltre al dramma particolare del Maestro voleva emblematizzare anche quello degli artisti dell’Est europeo costretti a convincere con imposizioni e censure, ostacolati dai rispettivi regimi, da qui la scelta di aggiungere materiale ripreso dalla reale esperienza di Bulgakov, attingendo da altri suoi scritti, ma la cosa funzionò poco. E a trarre nocumento per le scelte registiche e la sceneggiatura altalenante furono un affermato attore come Ugo Tognazzi nonostante l’impegno e la misura che profuse nel personaggio, e l’americana Mimsy Farmer (risultata un po’ scipita); il solo ad uscirne bene grazie anche ad una miglior scrittura fu Alan Cuny come mefistofelico Woland. Un film non troppo riuscito non vuol dire però un film fallito: la critica fu assai poco generosa con il regsita che questo regista che è tuttavia riuscito, pur perdendo di vista lo straordinario insieme, a cogliere alcuni aspetti essenziali del testo e, semplificandoli, a renderli in maniera chiara ed efficace. Da qui l’interesse e la curiosità suscitati da questa prima in dvd che offre pure un comparto extra con due speciali molto interessanti: “A proposito de Il maestro e Margherita : Maria Sole Tognazzi intervista Barbara Alberti” e “Il cinema è bizzarro – Intervista ad Amedeo Pagani”.

 

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