IL FANTASMA DEL PALCOSCENICO

Regia: Brian De Palma
Con: Paul Williams, William Finley, Jessica Harper, Gerrit Graham, George Memmoli, Archie Hahn
Genere: horror/musical
Distribuzione: Pulp video
Secondo horror firmato da Brian De Palma dopo “Le due sorelle” (1973), nel 1974 si rivelò un insuccesso al botteghino (anche in Italia, dove fu quasi ignorato dal pubblico), ma oltre a dare per primo al suo autore notorietà internazionale (fu premiato all’Avoriaz Fantastic film festival 1975), questo “Il fantasma del palcoscenico” è ora considerato di culto anche se non entrato nel mito come “The Rocky horror picture show” di Jim Sharman uscito l’anno successivo e per chi scrive un gradino sotto. Con “Phantom of the Paradise” (questo il titolo originale) il regista Usa, che talora ha sfoggiato una vocazione hitchcockiana, si stava preparando per guadagnarsi la fama di grande autore: “Carrie - Lo sguardo di Satana”, “Vestito per uccidere”, “Scarface”, “Omicidio a luci rosse” “Gli intoccabili” e “Mission: Impossible” sono titoli che parlano da soli. Si tratta di un musical rock horror con l’eccellente colonna sonora di Paul Williams che prende spunto dalla definizione in negativo di rock come “musica diabolica”, o “musica del Diavolo” e che opera una evidente contaminazione fra il popolare romanzo del 1910 di Gaston Leroux “Il fantasma dell’Opera”, più volte portato sullo schermo a partire dal 1925, una pure da Dario Argento, e “Faust” di Goethe con la questione del patto con Mefistofele. Qui abbiamo il giovane cantautore Winslow Leach (William Finley) che ha creato una cantata pop basata su “Faust” e che si reca da Swan (lo stesso Paul Williams), produttore discografico di enorme successo con la sua Death Records, il cui marchio è un uccellino defunto su sfondo nero. Swan si accorge che i pezzi sono buoni e l’esecutore invece è scarso, però manda un suo scagnozzo a farseli consegnare promettendo di dargli una risposta. Che però non arriva perché Swan vuole usarla senza l’autore per inaugurare il Paradiso, il grande teatro per concerti che ha creato e Winslow, dopo aver cercato invano di farsi ricevere ed esser stato sempre scacciato, si reca alle audizioni femminili che sono in corso vestito da donna e là ha modo di conoscere Phoenix (Jessica Harper), giovane e bella cantante che lo fa innamorare di colpo e alla quale insegna come cantare i suoi pezzi. Swan è però un farabutto: Phoenix rifiuta di sottoporsi alla hollywoodiana “prova del divano” e indignate se ne va, mentre Winslow viene brutalmente malmenato e buttato in strada dove lo avvicinano due poliziotti corrotti che gli infilano droga in tasca e lo arrestano. Condannato all’ergastolo, è forzosamente sottoposto a una terapia dentaria e si ritrova con denti d’acciaio, ma riesce ad evadere infuriato dopo aver sentito che Swan ha affidato il suo “Faust” a una band che detesta, va nella fabbrica per distruggere i dischi esistenti, ma scoperto finisce con il viso nella pressa uscendone orribilmente sfregiato e avendo perso la sua voce.
È nato così il fantasma che si nasconde nel Paradise, uccide il rocker scelto come protagonista e fa di tutto per danneggiare Swan (c’è un rifacimento della scena della doccia di “Psycho”) che quando lo scopre fa un patto con lui: arrangerà i pezzi da lui scritti e Phoenix li canterà. Già, ma che c’entra Goethe? Si vedrà, diciamo solo che il patto era stato siglato da Winslow con il sangue e che Swan, che si diverte a sedurre la ragazza sotto i suoi occhi (il “fantasma” lo vede da un lucernario sul tetto ed è contemporaneamente visto in tv dal suo rivale), sembra non essere invecchiato mai… Questo di De Palma è un gioiello ricco di colpi di genio, trovate originali, citazioni ed autocitazioni colte e ironiche, visionario nelle composizioni visive e barocco nelle coreografie che vanno di pari passo con le musiche, uno spettacolo nello spettacolo, tra dramma e ironia, con attori perfettamente in parte e col mondo dello show business che finisce fatto a brandelli. Uscito anni fa in dvd e irreperibile, ora torna disponibile in videoteca e per la prima volta anche in blu ray, supporto che ne esalta ulteriormente la qualità. Buona la dotazione di extra, simili in entrambi i formati: making, papere sul set, scene alternative o ampliate, trailer e spot tv.
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