Il colloquio di lavoro via Skype vale l’America

È il mito che non tramonta mai, l’irresistibile richiamo della «città luminosa sulla collina». Si scrive «American way of life», si legge «grande sogno americano»: ingegnere nella Silicon Valley, cameriere in un bar, impiegato alla JP Morgan o pastore di capre nel Montana, l’attrazione magnetica della Grande Mela è rimasta intatta negli anni. Mattia e Stefano si sono guadagnati un biglietto per Orlando e un anno di lavoro e stipendio garantito, anche scavando nel web.
«Abbiamo cercato sul sito Studenti.it dove sono pubblicati parecchi annunci di lavoro», spiega Stefano. La parola magica è stata «Offerte di lavoro autunno/inverno»: il resto, grazie ad attitudini e fortuna, è filato via liscio come l’olio. «Abbiamo inviato il curriculum e, dopo pochi giorni, ci ha risposto un’agenzia francese che si occupa di selezione del personale fissandoci un’intervista via Skype», raccontano i ragazzi. «Abbiamo sostenuto questo colloquio a distanza in lingua inglese e ci hanno chiesto le motivazioni della nostra candidatura, come presenteremmo l’Italia ai clienti del ristorante e, soprattutto, se avevamo già avuto esperienze di studio o lavoro all’estero».
Entrambi, hanno vissuto un anno Francia grazie all’Erasmus. «Dopo il colloquio, abbiamo ricevuto via mail la convocazione per un incontro in un hotel di Milano dove eravamo una cinquantina di candidati», aggiunge Mattia. «Due dipendenti della Disney hanno spiegato il tipo di lavoro e l’iter per la richiesta del visto americano che è stato rilasciato non come permesso per ragioni lavorative ma come scambio culturale». Così sarà. Good luck, my friends!
Sergio Gabossi
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