IL BIGAMO

Regia: Luciano Emmer
Con: Marcello Mastroianni, Vittorio De Sica, Franca Valeri, Giovanna Ralli, Marisa Merlini
Genere: commedia
Distribuzione: Mustang
Beati quegli anni del cinema italiano in cui poteva essere ritenuta una commedia minore questa del 1955 che ora Mustang permette di recuperare in dvd (nessun extra) e che tale, viste le attuali produzioni, non risulta affatto. Non lo è per la regia di Luciano, autore ancor oggi non valorizzato come sarebbe giusto per il suo muoversi fra neorealismo e cronaca popolare intinta di rosa (vedi “Una domenica d’agosto” e “Le ragazze di Piazza di Spagna “) e che qui dirige con saporosità di tocchi e sagacia di ritmi e che anticipa toni e temi di quella che sarà la grande commedia all’italiana di Risi e Monicelli. Non lo è se si pensa che gli sceneggiatori sono Sergio Amidei, Age, Furio Scarpelli e addirittura il futuro regista impegnato Francesco Rosi, tutti nomi che non hanno bisogno di presentazione tanto hanno lasciato il segno. Infine, non lo è neppure per il cast che accanto al giovanissimo Marcello Mastroianni, non ancora consacrato divo, ma in un ruolo che mette perfettamente a frutto la sua aria indolente coniugandola con qualche tocco di ambiguità, Vittorio De Sica, avvocato pomposo e trombonesco dalla memoria però molto corta: Franca Valeri, per una volta non siuretta milanese, ma popolana romagnola decisamente sgradevole; Memmo Carotenuto, Nastro d’argento per il non protagonista nel ruolo di Mario, il compagno di cella di Mastroianni; più Marisa Merlini, come moglie che finisce in crisi e non sa se il marito sia davvero sincero, Giovanna Ralli e Ave Ninchi. Cella, si diceva, perché Mastroianni è Mario, un commesso viaggiatore sposato con figlio nato da poco e innamorato della moglie, anche se fa un po’ il cascamorto con le negozianti perché acquistino i suoi dentifrici che vende dentifrici, che improvvisamente viene portato il questura e vede la sua vita andare in frantumi perché una certa Isolina Fornaciari (la Valeri) dice di essere stata sposata da lui a Forlimpopoli alcuni anni prima. Mario, sconcertato e furibondo finirà agli arresti, ma il peggio è che nessuno gli crede, neppure la consorte, influenzata negativamente dalla sorella e dall'avvocato di famiglia, che persino il “principe del foro” – in apparenza – cui si affida gli dice di confessarsi colpevole anche se innocente. Come finirà si vedrà, ma attenzione i tempi del roseo si stanno allontanando e la commedia all’italiana diverte e insieme castiga, comincia a tingersi anche di notazioni amare.
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
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