Storie

I CORPI ESTRANEI

Regia: Mirko Locatelli Con: Filippo Timi, Jaouher Brahim, Tijey De Glaudi, Gabriel De Glaudi Genere: drammatico Distribuzione: Cecchi Gori
AA

Regia: Mirko Locatelli
Con: Filippo Timi, Jaouher Brahim, Tijey De Glaudi, Gabriel De Glaudi
Genere: drammatico
Distribuzione: Cecchi Gori
Sfuggita in sala anche al pubblico che ama i film intelligenti e costruttivi merita di essere vista ora che arriva in un dvd di buona fattura con il backstage per extra questa opera seconda di Mirko Locatelli, documentarista di qualità che ha esordito nel lungometraggio nel 2008 con “Il primo giorno d’inverno” (che ha circolato solo in un ristretto numero di d’essai italiani, compreso il Nuovo Eden e Brescia). Sconsigliabile a quanti allo schermo domandano storie rasserenanti anche se non superficiali, il film affronta con coraggio e notevole ricerca di realismo due temi sconcertanti e difficili come quello della malattia, soprattutto se di un bambino,  e quello della diffidenza nei confronti di chi appare diverso per colore di pelle e tradizioni: è una sorta di indagine socio-antropologica all’insegna del percorso umano, quello di Filippo Timi. Prova eccellente quella dell’attore istintivo, furibondo, pronto a bestemmiare la sua disperata impotenza così come smarrito nel cercare di biascicare parole che possano fornirgli speranza, sanguigno di fuori, ma con tanta umanità dentro che potrebbe venire alla  luce da un momento all’altro. Timi è un padre di origine umbra che da Roma arriva a Milano con il figlioletto di appena un anno malato di tumore affinché sia sottoposto ad una delicata operazione, un uomo prostrato dal dolore che resta chiuso nella sua stanza così come è chiuso in se stesso, poche parole con medici e infermieri, brevi telefonate alla moglie rimasta a casa. Solitudine che viene notata da un adolescente tunisino, Jaber, in visita ad un amico malato che scopre la sua situazione e, colpito dalla situazione in cui il bimbo versa cerca di dare conforto al genitore che, indurito dentro e vittima di pregiudizi che lo fanno ostile con “chi viene da fuori”, accoglie malamente le sue attenzioni e rifiuta i possibili contatti con una piccola comunità di emigrati nordafricani che vuole offrire solidarietà: è, insomma, un incontro tra i “corpi estranei” del titolo”. Ma andrà sempre così? E Locatelli sarà in grado di evitare sdolcinature perdendo il pudore narrativo sino ad allora mostrato? Ripeto, un film difficile anche nell’essere non razzista e nel mostrare la strada e i valori dell’integrazione, che è pure lezione di cinema civile.

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