GAME THERAPY

Regia: Ryan Travis
Con: Favij (Lorenzo Ostuni), Federico Clapis, Leonardo Decarli, Zoda, Elisa Piazza
Genere: azione
Distribuzione: Key films
YouTuber. Al cinema c’è sempre modo di imparare anche se si ha una certa età. A me, che ignoravo di brutto il termine di nuovo conio diffuso tra i giovanissimi, è capitato assistendo in multisala alla diretta-evento del red carpet fra ali di adolescenti adoranti e smaniosi di selfie con i quattro e altri 51 YouTuber alla Festa del cinema di Roma per la proiezione di questo attesissimo film e che sembrava destinato a grandi incassi, tanto che la Panini vi aveva dedicato anche una sua raccolta di stickers, o figurine come le chiamavamo una volta. Mi scuso con chi lo sa, ma per gli ignoranti come me ma spiego che gli YouTuber sono quanti utilizzano YouTube (la terza piattaforme web più visitata nel mondo dopo Google e Facebook) per realizzare video personali che richiamano maree di fan e quattro di essi italiani fra i più noti sono stati coinvolti, due come protagonisti e due in ruoli minori in questo “Game theraphy”, film italiano diretto dall’americano Ryan Travis, ora disponibile in dvd e in blu ray. Si tratta di Favij, che vanta oltre 420 videorecensioni di games e oltre 280 milioni di visitatori, e di Federico Clapis, famoso per le proprie canzoni satiriche su società moderna e mondo giovanile, ora anche scopertosi pittore; più Leonardo Decarli e Zoda.
L’idea era decisamente interessante e sarebbe potuta essere una clamorosa ventata d’aria nuova in un cinema come il nostro. che anche quando finge di essere giovane è piuttosto parruccone, legata all’innovativo linguaggio audiovisivo e all’estro dei nuovi comunicatori via web, offrire una vicenda tra videoludico e realtà affidandosi a competenze e personalità di chi si rivolge ai propri o quasi coetanei. Il tutto con la storia di due amici, il pluriripetente Clapis (ma non ne ha l’età) che la mamma porta dallo psichiatra, e il nerd Favij, accanito videogiocatore, che passano dalla realtà vera a quella virtuale, in un universo videoludico scoperto dal secondo e in cui trascina anche l’altro, che nel frattempo ha però una maturazione (inspiegata) tra scuola e sentimenti (si trova pure una ragazza). Ma attenzione, chi troppo gioca rischia di perdersi… D’accordo, ci vuole sempre un po’ di misura, ma questo è il messaggio assurdo dato il genere e all’insegna del tradizionalismo più bieco (perché non anche citare anche i danni del rock “demoniaco”) che il film, girato abbastanza frettolosamente lancia proponendo livelli e scenari da video game tra arabeggianti deserti con scimitarre, desolati luoghi di guerra, e tradizionali highway californiane dove rincorrersi con auto e sparacchiarsi, con effetti speciali rozzi, una trama piena di buchi e a tratti da iniziati e con un finale doppio e contradditorio. Perché rivederlo? Beh, i fans di Clapis e Favij (e degli altri due) non sono pochi e poi resta l’interesse legato al tentativo del tutto nuovo: dagli errori si può pure imparare. Molto buone le due edizioni in dvd e in blu ray (ancor meglio) con validi extra: making, backstage, pillole dal set e trailer.
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
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