Storie

FUCK YOU, PROF! 2

Regia: Bora Dagtekin
AA

Regia: Bora Dagtekin   
Con: Elyas M'Barek, Karoline Herfurth, Jella Haase, Katja Riemann, Alwara Höfels, Max von der Groeben , Volker Bruch, Gizem Emre, Aram Arami , Anna Lena Klenke
Genere: commedia
Distribuzione: Mustangt

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Anche se non è un sequel all’altezza del prototipo, questo “Fuck you, prof! 2”, ora disponibile in dvd, in Germania è stato un successo clamoroso: film dell’Anno in patria, ha rapidamente infranto ogni record (e battuto all’epoca il diretto concorrente “Minions”), registrando il più alto tasso di partecipazione alla prima di un film nella storia tedesca, richiamando in sala oltre 7,5 milioni di spettatori che gli hanno fatto incassare quasi 61 milioni di euro nelle sole prime 10 settimane dalla sua distribuzione e superare gli elevati  incassi del suo prequel e da installarsi al secondo posto nella lista di film tedeschi di maggior successo. Del resto era già stato un inatteso e sorprendente trionfo in patria “Fuck you Prof!” di Bora Dagtekin con le vicissitudini del ladro Zeki Müller (Elyas M'Barek) che aveva seppellito il bottino in un cantiere edile prima di finire in prigione e che, a condanna scontata e liberato, scopriva che il cantiere era quello per costruire una scuola, ora perfettamente funzionante con tanto di alunni ed insegnanti: così per recuperare il bottino lui, che laurea o diploma non aveva affatto, si era trovato costretto a gabellarsi per docente, cosa che però gli riusciva appieno conquistando scolari difficili e ribelli e il cuore della collega Lisi (Karoline Herfurth). Lisi che nel sequel compare solo all’inizio e alla fine dacché la vicenda è in buona parte in Thailandia, il che offre l’estro di qualche strizzatina d’occhio a “Una notte da leoni 2”., Vediamo perché. Il professor Zeki Müller non è soddisfatto come l’avevamo lasciato alla fine del primo film: i ritmi scolastici sono devastanti e le pressioni della preside del liceo Goethe, Gerster, non fanno che peggiorare le cose ragion per cui egli pensa di dimettersi. La soluzione ai suoi problemi potrebbe essere un sacchetto di diamanti, bottino di un vecchio colpo del suo passato da ladro ed ereditato da un-ex-collega, nascosto in un pupazzo di peluche che però la fidanzata (e professoressa) Lisi spedisce per beneficenza in Thailandia. Proprio dove la preside vorrebbe mandare i suoi alunni in gita scolastica per conquistare un partner locale molto prestigioso, ambito però anche dall'acerrimo nemico della Goethe, il College Schiller. Il cui odioso e sprezzante professor Hauke è intenzionato a mettere in crisi la carriera di Zeki, responsabile per di più di avergli portato via Lisi, sua vecchia fiamma.

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E da qui in poi saranno disavventure e contrattempi lui e per gli alunni della famigerata 10B che, lo si sapeva già. non sono poi tanto cattivi, e pur con molti limiti dimostrano di essere più responsabili del loro pigmalione e pronti, quando serve, a rimettere in discussione il difficile rapporto coi propri genitori. Insomma dipende tutto da come li si educa, questi ragazzi e Zeki lo sa fare, sia pure a modo suo e quella che appare come una sconfitta annunciata non sarà tale e tra le sorprese che cambieranno la situazione e a vedere infranti i sogni di gloria degli antipatici e snob studenti del College Schiller a sorpresa ci sarà una scolaresca sempre più solidale anche nell’aiutare orfani dello tsunami… Da notare che  il titolo originale ”Fack ju Göhte” gioca tra Goethe sommo letterato autore tra l’altri di “Faust” e Goethe nome del liceo, ironia persa nella versione italiana. Ma ben di più si perde dello smalto originale in un sequel sballato e a tratti assurdo con persino una caccia al tesoro che si pone a metà con il genere avventuroso, tra De Amicis e Salgari, vocazione pedagogica e istinto picaresco. Un film che per il linguaggio sboccato non si può più definire da famiglia, che a tratti procede un po’ fiaccamente, non sa dosare come il primo provocazione, demenzialità e buoni sentimenti e si rivela afflitto non tanto da eccesso di lunghezza quanto da inutili volgarità e digressioni sceme e con qualche personaggio un po' troppo caricato, vedi ad esempio Jella Haase (Chantal) che ha molto più spazio ma che appare decisamente più sguaiata e meno divertente. Del resto l’umorismo tedesco è molto particolare. Ma allora perché vedere, sia pure nella comodità della propria casa, questo “Fuck you, prof! 2”? Perché qualche momento divertente lo offre, perché (come hanno fatto molti tedeschi) si è visto il primo che non era poi male, per uscire una volta dalle solite commedie italo-franco-americane e soprattutto per la curiosità di conoscere e comprendere i meccanismi dell’umorismo teutonico. Disponibile solo in dvd e senza extra.

 

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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