FRATELLI D'ITALIA

Regia: Neri Parenti
Con: Christian De Sica, Jerry Calà, Massimo Boldi, Sabrina Salerno, Massimo Serato, Laura Nucci, Maurizio Mattioli, Angelo Bernabucci, Fabrizio Bracconeri, Gloria Paul
Genere: commedia
Distribuzione: Mustang
Era solo un film di normale consumo, uscito senza altra pretesa che di incassare e di divertire questo del 1989 in tre episodi con per esilissimo filo conduttore un’automobile presa a noleggio, sceneggiato dai fratelli Vanzina e diretto da Neri Parenti, ma rivedendolo ora in dvd, fresco di arrivo in videoteca, fa fare riflessioni abbastanza amare su dove sia finita oggi la commedia all’italiana e sul declino da logorio e abuso di due suoi protagonisti di successo (due in effetti: Jerry Calà non si è mai sollevato dalla mediocrità). Non si cerchi il ritratto sociale, anche se il primo episodio finisce per aver parecchio in comune con ”Il conte Max” (quelli con De Sica padre e Sordi, non quello stravolto da De Sica figlio), è solo un’occasione per offrire motivi svago e risate che si sono ripetuti poi nei vari (e tanti) passaggi tv, per qualcuno un’alba della degenerazione ventura anche in fatto di parolacce. Però una sua moralina ce l’ha con i tre personaggi che fingono di essere altri per poi trovarsi male (De Sica), rimessi a posto (Calà) o finire addirittura puniti (Boldi).
Ecco le tre storie. Nella prima, Christian De Sica (in piena forma) è Cesare, commesso di un negozio di calzature al centro di Roma e lettore appassionato di Novella 2000 che deve recarsi con alcuni amici, coatti come lui, per un week-end sulla Costa Smeralda, ma che per un guasto alla sua automobile deve noleggiarne una: resta l’ultima disponibile e per ottenerla si spaccia per il rampollo di un importante industriale, cosa che però non gli impedisce di arrivare a Civitavecchia quando il traghetto con gli amici è appena partito. Il falso nome dato gli procura però l’invito della bella Turchese, figlia di un vero industriale, sul suo lussuoso yacht diretto a Porto Rotondo, e Cesare si trova così a trascorrere un fantastico week-end fra i vip, che ha sempre tanto ammirato, ma tra i quali fatica a destreggiarsi, combina guai e commette gaffe in continuazione, senza riuscire a sedurre la ragazza che gli, ragion per cui… Nella seconda, Roberto (Jerry Calà), è giovane impiegato di una ditta dolciaria di Verona (la Sauli, con evidente rimando alla Bauli) che è pure uno sciupafemmine che scommette con gli amici sui risultati delle sue imprese e che è incaricato dal principale, partito per Los Angeles, di accompagnare in Lombardia la sua prosperosa e non fedelissima moglie Michela (Sabrina Salerno). Lui pensa di vivere con lei una notte di passione e si ferma in un albergo di Bergamo, dove però, guarda il caso, anche il suo principale deve sostare perché l’aereo non è partito causa nebbia e sarà il classico gioco d’equivoci alla Feydeau. La terza, e quella che è rimasta la storia più famosa e in cui non manca qualche ammiccamento ai Mondiali che si sarebbero svolti l’anno dopo, vede il ragioniere milanese Carlo Verdone (Boldi), ardente tifoso milanista che noleggia l'auto per andare nella capitale, di cui odia tutto e in particolar modo i tifosi, ad assistere alla partita Roma-Milan. Per sua sfortuna, strada facendo, da però incautamente un passaggio a due autostoppisti (Angelo Bernabucci e il saporoso Maurizio Mattioli) che si rivelano “terribbili!" tifosi romanisti e sono appena usciti di prigione, ragion per cui pure lui si trova costretto, per evitare guai, a fingersi tifoso dei giallorossi con che esiti si vedranno... Niente di speciale, storie semplici e slegate, tre attori di sicuro appeal per diverse fasce geografiche di pubblico, contornati da caratteristi professionali che forniscono bene ciò che loro si chiede, ma il film funziona a tratti anche bene. Il dvd non offre alcun extra.
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
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