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Francesca Arici, una vita in Olanda tra l’algebra e il teatro

Passione e talento oltre confine: la 38enne di San Polo-Buffalora racconta la vita in Olanda
Francesca Arici, la ricercatrice è originaria di Brescia - foto P. Nauta
Francesca Arici, la ricercatrice è originaria di Brescia - foto P. Nauta
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La passione è la sua cifra: Francesca Arici, 38 anni di San Polo-Buffalora, si divide tra famiglia, ricerca e insegnamento universitari e il teatro. Diploma al Copernico, laurea in matematica alla Cattolica, ha messo radici in Olanda. A sentirla parlare si percepisce tranquillità e frizzantezza. Una vitalità non comune.

Borsa di studio

Nei Paesi Bassi dice di esserci arrivata per caso dopo un Erasmus in Germania: «Durante la specialistica a Gottinga mi sono appassionata all’algebra di operatori e alla geometria non commutativa. La mia relatrice tedesca, quindi, mi ha consigliato il dottorato a Trieste, alla Sissa». Da qui c’è stato il post dottorato con un primo approdo in Olanda, a Nimega, poi Lipsia e infine, nel 2019, Leida dove attualmente vive. E tra uno spostamento e l’altro, nel 2014, ha conosciuto anche il suo compagno che è olandese anche lui matematico.

Francesca Arici è laureata in Matematica in Cattolica
Francesca Arici è laureata in Matematica in Cattolica

Una vita piena quella da ricercatrice che l’ha portata, poche settimane fa, a vincere un finanziamento governativo per un progetto di 5 anni. E non è la prima volta: in Olanda, infatti, c’è un sistema di borse di studio, diviso in tre fasce, che promuove la carriera dei ricercatori, il «Veni – Vidi – Vici». Francesca in passato aveva vinto il «Veni» e ora il livello «Vidi». La ricerca finanziata riguarda un ambito della matematica che approfondisce «lo studio di una classe di spazi che hanno la loro motivazione nella meccanica quantistica, una branca della fisica che è piena di paradossi affascinanti. L’algebra di operatori è un linguaggio efficace per descrivere questo mondo sfuggente e misterioso».

«Sono finita a studiare matematica perché mi piaceva, ma ero indecisa se scegliere questo percorso o la facoltà di filosofia. Della matematica mi appassiona la continua scoperta, mi intriga. È come se facessi sudoku tutto il tempo – scherza – ed è un lavoro che mi dà una grande libertà perché posso gestire il mio tempo». E tra 10 anni? «La carriera mi interessa fino a un certo punto – continua –, mi piace soprattutto studiare e imparare. Insegnare è bello perché ho a che fare con studenti motivati e gruppi ristretti. Ma non manca la competitività».

Quotidianità

«Mi piace vivere in Olanda, è un luogo molto vivibile – racconta –, il clima è quello che è, ma noi lombardi siamo abituati alla nebbia. Faccio tutto con la bici, l’auto la uso una volta al mese e tutto qui funziona abbastanza bene. Peraltro sono tutti piuttosto amichevoli, attaccano bottone volentieri, sono molto diretti, dicono ciò che pensano senza creare incomprensioni. Qui – spiega – la cultura è impregnata di calvinismo: sono molto corretti e bravi lavoratori, ma quando l’orario è finito, generalmente alle 17.30, si va a casa». I ritmi e gli orari, quindi, sono diversi da quelli italiani. «Mia figlia Isabella è bilingue – spiega –, ma la lingua del gioco è l’olandese». Anche l’educazione dei piccoli è diversa: «Si predilige il "lasciar fare", si dà spazio ai bambini. Qui, ad esempio, le scuole non hanno una recinzione e il cortile è un luogo del quartiere».

Il teatro

Arici in scena nell’opera «Copenaghen» - Foto Volker Liebig
Arici in scena nell’opera «Copenaghen» - Foto Volker Liebig

Come si diceva Francesca non è solo appassionata di numeri, ma anche di teatro. Fa parte del Korego, un gruppo teatrale in lingua italiana la cui direttrice è Carmelinda Gentile, attrice di formazione classica che nella fiction «Il commissario Montalbano» interpreta la passionale Beba, moglie di Mimì Augello.

«Portiamo in scena testi classici o ideati dalla regista, ma solo in italiano. Il pubblico è italiano e olandese. L’impegno è di circa due ore a settimana per i laboratori, ma aumenta in prossimità degli spettacoli». In queste settimane partecipa ai laboratori, ma l’attività sul palco di Francesca non è ferma: «A fine mese porterò in scena "Copenaghen" con Sipario, il gruppo italiano dell’Esa, l’Agenzia spaziale europea, sempre di lingua italiana». L’opera racconta dell’incontro, nel 1941, tra i fisici Niels Bohr e Werner Heisenberg e il loro dibattito sull’uso dell’energia nucleare a fini bellici. Arici interpreta Margrethe Bohr. Un po’ come interpretare un’altra sé.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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