Fabio Galvano che la sera diventa ballerino

Vuole raccontare la sua storia non già perché la ritenga «straordinaria, o fenomenale, o chissà che», bensì per ripercorrere le tappe «di un’esistenza normale, che con tenacia e impegno mi ha permesso di raggiungere buoni traguardi. Ecco, penso che ce la si possa fare, anche in un periodo che è quello che è». Fabio Galvano ha 32 anni, è cresciuto a Lumezzane e da qualche anno divide la sua vita fra il lavoro da commerciale di giorno e di ballerino la sera, alterna cioè - nell’arco di una ventina di ore nemmeno - giacca e cravatta ad abiti di scena ad hoc.
Terminata la scuola dell’obbligo, a metà degli anni Novanta, Fabio decide di non gravare sul bilancio famigliare e nel giro di breve tempo viene assunto in una fabbrica come addetto alla tranciatura. Ma i libri e la passione per lo studio non sono accantonati per sempre, anzi. Per affiancare all’impiego diurno la costruzione di ulteriori possibilità per il futuro, Fabio si iscrive a un corso di ragioneria serale, e consegue il diploma all’istituto Abba in città. Diploma che dà i suoi frutti. Il giovane, infatti, cambia lavoro: prima si occupa della gestione del magazzino di un’azienda, e da circa cinque anni riveste il ruolo di commerciale per Vebar Acciai, realtà specializzata nella commercializzazione di acciaio. Inutile dire che, quando si affaccia al suo nuovo percorso, Fabio sa poco o nulla di acciaio e siderurgia. «Sapevo a malapena cosa fosse, l’acciaio», scherza il 32enne. Ciò nonostante, al colloquio sbaraglia la concorrenza. «Credo di aver colpito nel segno chiedendo di essere inserito per qualche tempo in magazzino per imparare, prima di potermi rivolgere ai clienti. Tutti gli altri pretendevano di essere inseriti in ufficio dal primo giorno…». In effetti, dopo un periodo in magazzino, Fabio Gavano si lancia nella vendita. «All’inizio può essere frustrante, ti sbattono tante porte in faccia e si rischia di demoralizzarsi». Ma è proprio in quel momento che, di contro, «si scatena la voglia di non mollare, di riuscire a fare meglio, di raggiungere l’obiettivo».
Certo, venditori un poco si nasce, «ma di sicuro molto si impara strada facendo. Ora, per esempio, sono specializzato nella vendita di un tipo di acciaio particolare per la produzione di stampi termoplastici o a compressione, utilizzato, per citare un caso, nel comparto automotive». Una decina di anni fa, quasi per scherzo come spesso accade per divertissement destinati a diventare parte fondamentale dell’esistenza, Fabio - sulla scia di un’attitudine scoperta in vacanza in un villaggio turistico - si iscrive a un corso di danze caraibiche organizzato dall’associazione «Zero in Condotta». I corsi diventano due, e poi tre, e arrivano le vittorie ai concorsi regionali e nazionali sino all’insegnamento.
Oggi Fabio Galvano insegna a Lumezzane, Sarezzo e Brescia a una settantina di allievi in totale. Impegnato? Impegnatissimo. Anche perché nei fine settimana si esibisce in locali e discoteche con il gruppo di ballo «Zero in Condotta». «Sono soddisfatto sia dal punto di vista personale e professionale che sotto il profilo umano. Le persone approdano a un corso di ballo per le ragioni più diverse e spesso più che di muovere due passi hanno bisogno di parlare, di svagarsi, di trovare amici».
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