Bassa

Legionella, i casi salgono a quota 39

Ieri venti nuovi accessi ai pronto soccorso per polmonite «di natura non ancora determinata»
Torri e vapori. La task force di Ats insieme ai Vigili del fuoco ha setacciato le aziende
Torri e vapori. La task force di Ats insieme ai Vigili del fuoco ha setacciato le aziende
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Nessuna correlazione con l’emergenza sulla quale, ormai da inizio mese, la task force dell’Azienda di tutela della salute (Ats) si sta arrovellando per rintracciare il focolaio dell’epidemia da legionella che ha «infettato» la Bassa orientale. Né per quanto riguarda lo stop, durato meno di 24 ore, della piscina di Chiari (dove, dopo la disinfezione, le porte si sono riaperte al pubblico). Né rispetto ai due pazienti ricoverati all’ospedale di Desio, di cui uno in condizioni gravi. Intanto, seppur con un picco che prosegue ad essere discendente, salgono a 39 i casi conclamati ascrivibili al batterio inedito di legionella che ha causato l’epidemia.

«Per quanto riguarda i pazienti ricoverati a Desio l’indagine epidemiologica è in corso e, al momento, si esclude una correlazione con i casi bresciani» chiarisce l’assessore regionale al Welfare, Giulio Gallera. I dati relativi alla giornata di ieri, elaborati e raccolti dall’Ats Brescia, raccontano di 20 casi di polmonite, «di natura non determinata»: quindici le persone che sono state ricoverate.

Il numero complessivo dei degenti per polmonite, ad oggi, è pari a 183. «Ricordo che tra le strutture considerate vi è anche l’ospedale Civile, in cui la presenza di 35-40 pazienti ricoverati per polmonite si verifica con una certa frequenza nel corso dell’anno e non costituisce evento eccezionale per la struttura» ricorda Gallera.

Per quanto riguarda il campionamento delle acque, le attività sono proseguite anche ieri: dalla data delle prime analisi sono stati effettuati 354 prelievi, di cui 202 in abitazioni, 77 da torri di raffreddamento ed evaporazione, 62 su reti idriche, 13 dal fiume Chiese.

Analisi negative. Vicenda Chiari: dopo meno di 24 ore di chiusura al pubblico, ieri mattina la piscina ha riaperto i cancelli. Cosa è accaduto? A spiegarlo è direttamente il Comune: «Durante i controlli di prassi effettuati nella struttura è stato riscontrato in doccia il batterio di una delle specie di legionella». Germe che (come specificato sull’edizione di ieri) non è dello stesso ceppo dei casi legati al contagio nella Bassa. «Il batterio - prosegue il Comune - è stato prontamente disinfettato ed eliminato, avvisando Ats: dopo ulteriori controlli effettuati da Carabinieri e Polizia locale la piscina è stata riaperta».

Ed è proprio il sindaco Massimo Vizzardi a chiarire: «Attraverso l’ufficio Ecologia siamo in contatto sia con la squadra di Ats sia con la proprietà che ci ha fornito i dati aggiornati delle nuove analisi condotte dopo la sanificazione: la situazione è ora sotto controllo ed è per questo che la piscina ha potuto riaprire regolarmente. Non ci risultano peraltro ad oggi pazienti positivi al batterio dell’epidemia residenti a Chiari».

Quindi, l’iter seguito: «È stata messa in atto la procedura come previsto: nel momento in cui Ats ha ravvisato la presenza del batterio, in particolare nelle docce, ha sospeso in automatico il permesso per l’apertura al pubblico della struttura, stop che resta in vigore solo finché non viene superata la situazione di difficoltà. A quel punto - conclude Vizzardi -, l’azienda ha a sua volta messo in campo contromisure e protocollato i nuovi dati: avuto esito negativo l’impianto ha riaperto».

Sulla scorta dell’insistente richiesta di informazioni, a tranquillizzare gli utenti sono stati gli stessi proprietari dell’impianto: «Le analisi eseguite dal laboratorio accreditato eMMe.2srl hanno escluso alcun tipo di contaminazione da legionella e riportano esito negativo in relazione a qualsiasi contaminazione batterica»: ecco perché «la piscina è regolarmente aperta e agibile» si legge nel comunicato.

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