Pagine-traghetto fra Brescia e Chicago

Tradurre. Cioè - letteralmente - «trans ducere», condurre da un luogo ad un altro (tempo fa ho scoperto che la Polizia penitenziaria chiama «Servizio traduzioni» la squadra incaricata di accompagnare un detenuto da una struttura all’altra). Il tradurre diventa, insomma, un traghettare parole o frasi tra due distinte rive linguistiche, tra una «forma di vita» - così l’avrebbe definita Wittgenstein - ad un’altra. Un traghetto fra due sponde sono senza dubbio i vocabolari bilingue.
E chissà quale viaggio umano e culturale custodisce il vocabolario che - fisicamente - è partito da Brescia per essere conservato oggi nella biblioteca dell’Università dell’Illinois, a Chicago. Si tratta di una delicata copia originale del «Vocabolario bresciano-italiano» pubblicato nel 1817 da Giovan Battista Melchiori, per due secoli irrinunciabile faro per ogni appassionato della parlata dei nostri nonni. La copia giunta a Chicago porta - vergata a mano su entrambi i tomi - la firma di quello che presumibilmente è stato il primo proprietario: un tale Angelo Belotti che, dal cognome, potrebbe aver avuto origini nell’Ovest Bresciano.
Il Melchiori aveva pubblicato il vocabolario per «agevolare la classe de’ meno istrutti tra’nostri concittadini» a traghettare dal bresciano all’italiano. Per Angelo Belotti - ci piace pensare - il volume era invece un sentimentale biglietto di ritorno alle proprie origini. Una curiosità: per il dialetto dei nostri giorni il termine traghèt indica il traghetto. Per il Melchiori invece indica una scorciatoia, un veloce andirivieni tra due luoghi. L’affettuoso dialogo fra le due rive di una vita.
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