Daniele Fregoni, l’ultima bandiera: lascia «mister 900 gare»

Giovanni Gardani
Il calciatore classe 1982 dice addio al calcio giocato: «La Bedizzolese è parte della mia vita»
La commozione di Daniele Fregoni - © www.giornaledibrescia.it
La commozione di Daniele Fregoni - © www.giornaledibrescia.it
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Seicentoquarantadue volte Fregoni. Che diventano poco più di 900 in tutto. Ma anche un quarto di secolo in campo e dodici stagioni con la stessa maglia: è finita domenica la carriera di una delle bandiere del calcio dilettantistico bresciano. Daniele Fregoni, classe 1982, ha deciso di dire basta col calcio giocato, anche se per lui è già pronto un futuro da mister. «Non so se sarà a Bedizzole, alla BSV Garda, perché la scelta spetta alla società – rivela Daniele – ma certo è che la mia priorità è questa società che fa parte ormai della mia vita».

Gli esordi

Nel 2000 Fregoni esordisce nel calcio dei grandi: Montichiari, Castiglione, Concesio tra le altre. E soprattutto Bedizzolese e l’ultima emanazione del club granata, ossia il Bsv Garda. «È stato un bel viaggio, mi sono divertito, ha richiesto sacrifici, ma non mi è mai pesato, altrimenti avrei smesso prima. Lo faccio adesso perché la passione c’è ma il fisico, forse per la prima volta, mi manda dei segnali. La rottura del menisco, con conseguente operazione, che mi ha costretto a saltare l’intero girone di ritorno, va visto come un messaggio del mio corpo. Mi sono sempre allenato una volta in più dei ragazzi più giovani, ma non perché sia uno stakanovista, bensì perché quando l’età avanza, occorre fare uno sforzo in più per stare al passo con gli altri. Ma non è stato un peso, ripeto. Ora però è giusto lasciare la fascia da capitano ad altri».

Valore

Quanto peserà la sua assenza, anche nello spogliatoio? «Questo lo dirà il campo, credo di avere messo tanta esperienza specie negli ultimi anni. Però ho anche cercato di insegnare qualcosa ai ragazzi che mi sono stati al fianco: spero di avere trasmesso loro soprattutto il senso di appartenenza alla maglia della Bedizzolese e del Bsv Garda».

Tra tanti flash di carriera quale ricordi con più piacere? «Ne scelgo due: i tre play off consecutivi disputati con la Bedizzolese. Non li abbiamo vinti, è vero, ma avere centrato la post season senza i favori del pronostico per tre stagioni di fila è stato come aver conquistato un campionato. E poi la triplice vittoria consecutiva al Torneo di Polpenazze con il Resto del Maury, che è - per me - il corrispettivo della Bedizzolese nei tornei estivi, ossia una famiglia».

La sorpresa degli ex compagni: l’ultima in maglia Bedizzolese - © www.giornaledibrescia.it
La sorpresa degli ex compagni: l’ultima in maglia Bedizzolese - © www.giornaledibrescia.it

Modelli

C’è un allenatore al quale si è più affezionato? «Non ne indico uno, perché farei torto agli altri: con tutti ho cercato di essere onesto, con tutti ho coltivato buoni rapporti credo. E da tutti ho imparato qualcosa».

C’è un messaggio, tra i tanti ricevuti in questi giorni, che più di altri ha fatto piacere? «Rivedere vecchi compagni a Bedizzole prima della mia ultima gara è stato emozionante. E ancora di più ricevere messaggi da ragazzi che ho sempre sfidato da avversari, senza mai averci giocato insieme. Se uno vive lo spogliatoio con te, è più facile che riconosca le tue qualità. Se lo fa un avversario, che ti incrocia una o due volte l’anno, allora vale ancora di più».

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