Italia e Estero

Zona rossa mancata: s'infiamma la polemica sulle responsabilità

Questa volta a gettare benzina sul fuoco è stato il premier Conte convinto che «se la Lombardia avesse voluto, avrebbe potuto istituirla»
Medici militari russi al lavoro a Alzano (Bergamo) - Foto Ansa/Tiziano Manzoni
Medici militari russi al lavoro a Alzano (Bergamo) - Foto Ansa/Tiziano Manzoni
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Si è infiammata di nuovo la polemica fra governo e Regione Lombardia per la gestione dell'emergenza coronavirus. Questa volta a gettare benzina sul fuoco è stato il premier Conte convinto che «se la Lombardia avesse voluto, avrebbe potuto fare di Alzano e Nembro zona Rossa» visto che «le Regioni non sono mai state esautorate del potere di adottare ordinanze contingibili e urgenti». Una polemica che trasversalmente si intreccia anche con il caso Orzinuovi, dove il sindaco aveva invocato la zona rossa fin dal principio, come testimonia una nota tecnica dell'Iss datata 2 marzo.

«Io non ritengo che ci siano delle colpe in questa situazione», ha replicato a stretto giro di posta il governatore Attilio Fontana aggiungendo che «ammesso che ci sia una colpa, la colpa eventualmente è di entrambi». Detto in altro modo: la Regione aveva chiesto già il 3 marzo la zona rossa nella Bergamasca e il governo con il decreto dell'8 marzo ha fatto diventare zona rossa tutta la Lombardia, quindi «forse su Alzano si sarebbe potuto fare qualcosa di più rigoroso, ma dopo che era stata istituita una zona rossa noi non avevamo neanche da un punto di vista giuridico la possibilità di intervenire».

Un botta e risposta nel quale il premier è tornato in serata, dopo il Cdm, per precisare di non aver voluto «fare polemica» o «ricercare le responsabilità di altri. Ho bisogno della collaborazione di tutti, governatori e sindaci. Mi è stato chiesto se il governatore della Lombardia poteva assumere ordinanze più restrittive e abbiamo risposto che non abbiamo impedito di farlo, altri governatori lo hanno fatto. Ma non voglio imputare o scaricare responsabilità. Abbiamo sbagliato o fatto bene? Noi riteniamo di aver agito in scienza e coscienza e ce ne assumiamo tutta la responsabilità. Ci sarà poi il tempo per giudicare e io non mi sottrarrò».

 

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