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«Brescia andava chiusa subito», ignorato l'appello del 2 marzo

L’Istituto Superiore di Sanità aveva raccomandato l’immediata chiusura anche nel Bresciano
L’ordinanza emessa il 5 marzo a Orzinuovi, per volontà dell'amministrazione comunale - © www.giornaledibrescia.it
L’ordinanza emessa il 5 marzo a Orzinuovi, per volontà dell'amministrazione comunale - © www.giornaledibrescia.it
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Il sindaco di Orzinuovi, Gianpietro Maffoni, aveva invocato sin dal principio la zona rossa, mai ufficializzata dai decreti del Governo. Per questo che aveva deciso in autonomia «di ricorrere a misure molto più stringenti per marginare la catastrofe». Eppure, il 2 marzo scorso l'Istituto Superiore di Sanità aveva diramato una nota tecnica, nella quale caldeggiava l’isolamento e la chiusura di tre Comuni al centro dell'epidemia di coronavirus: Alzano Lombardo, Nembro e Orzinuovi.

Un carteggio interno e non pubblico, che sarebbe poi stato integrato anche il 5 marzo, ma mai attuato. «Se ne è parlato e discusso all’interno del Comitato tecnico scientifico, la nota è stata oggetto di discussione» confermano dall’Iss. Eppure, nessuno sapeva di quella «raccomandazione», impressa nero su bianco.

«Certo - conferma Maffoni - se in quel momento, il 2 marzo, fosse stata imposta la chiusura totale con la zona rossa, noi sindaci saremmo stati sicuramente agevolati nella gestione dell’emergenza». E le cose, forse, sarebbero andate diversamente.

 

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