Italia e Estero

La pandemia di Covid-19 si espande in Spagna e negli Stati Uniti

Assieme all'Italia, sono i paesi più colpiti. Salgono i contagi anche in Germania, mentre in Gran Bretagna ci sono stati oltre 4.300 decessi
Un passeggero sulla metropolitana a Barcellona - Foto Ansa/Epa © www.giornaledibrescia.it
Un passeggero sulla metropolitana a Barcellona - Foto Ansa/Epa © www.giornaledibrescia.it
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La Spagna non abbassa la guardia contro il coronavirus e proroga il lockdown fino al 26 aprile. Perché se il superamento del picco appare vicino, ora ci sono più casi che in Italia. Resta alto poi l'allarme in Gran Bretagna, con il record di vittime in un giorno, tra cui un bambino di appena 5 anni, mentre a Londra la compagna del premier Boris Johnson, incinta, è stata isolata per i sintomi del Covid-19. L'epidemia corre anche in Germania: oltre 90.000 i contagi. 

La Spagna è il secondo malato più grave nel mondo, dietro agli Stati Uniti. I casi accertati sono quasi 125.000, 11.744 i morti. Ma c'è una tregua: 809 nuove vittime nelle ultime 24 ore sono la cifra, seppure enorme, più bassa della settimana. Anche i nuovi contagi ed i ricoveri (compresa la terapia intensiva) si confermano in flessione. Le autorità sanitarie intravedono un «raggio di speranza», ma allo stesso tempo hanno chiesto di restare «vigili». Pedro Sanchez, seguendo l'indicazione, ha deciso di prorogare di ulteriori due settimane le misure restrittive, per la terza volta in 15 giorni. Per il premier si tratta della «grande crisi delle nostre vite». Ed anche se «nei prossimi giorni si potrà piegare la curva dell'epidemia», la popolazione deve resistere ancora un pò in casa. Nel frattempo si lavora ad un piano di «de-escalation» ma la nuova fase «non sarà più morbida», ha avvertito Sanchez. E bisogna contenere l'emergenza delle case di cura che ospitano le persone più vulnerabili. Dati non ufficiali riportano che almeno 3.600 vittime provengono da quelle strutture, che secondo i sindacati hanno scarse attrezzature di protezione, proprio come accade in Italia.

In Gran Bretagna invece non è ancora tempo di fase 2. Lo dimostra il nuovo record di vittime in un giorno, 708, che porta il bilancio a oltre 4.300. Anche un bambino di 5 anni, a Londra: il più giovane a morire in Europa, insieme con una bimba della stessa età deceduta in Italia nei giorni scorsi. Entrambi avevano patologie pregresse. I contagi sono quasi 42.000, con un incremento in lieve calo, ma il governo ha insistito che bisogna «restare a casa», perché secondo il servizio sanitario «non c'è alcuno spazio» per alleggerire il lockdown. Nonostante nell'entourage di Downing Street si torni a parlare di «immunità di gregge». Ossia l'idea che, secondo l'epidemiologo Graham Medley, uno dei consulenti di Boris Johnson, bisogna arrendersi ad una diffusione graduale del virus, seppur nella forma «meno mortale possibile», nella speranza che possa produrre una massa di immuni. Di certo per il premier britannico non sono giorni facili. Dopo essere risultato positivo al test, anche la sua compagna e promessa sposa, la 31enne Carrie Symonds, incinta da qualche mese, è in isolamento a letto con i sintomi del virus. 

Nel resto d'Europa l'isolamento è ancora la terapia più adottata per tentare di uscire dal tunnel. Come in Germania, dove la misure restrittive sono state già prorogate almeno fino al 19 aprile. Anche perché il coronavirus ha contagiato oltre 90mila persone in tutto il paese, che ora è quarto nel mondo, con 1.330 decessi. Preoccupa anche il caso della Svizzera, che ha superato i 20.000 contagi, perché ha tra le percentuali più alte di contagi rispetto al numero di abitanti.

Anche gli Stati Uniti, infine, registrano un nuovo record di decessi: 1.480 in 24 ore per un totale di 8.200 nel Paese con New York che ha avuto 630 persone morte in un giorno. Ma il presidente Trump esclude un ordine nazionale di lockdown: «Decidano i governatori». I contagi sono arrivati a quota 300mila

 

 

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