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«La Lombardia ha sottovalutato la pandemia di Covid-19»

L'accusa dei medici ai vertici della Regione: «In prima linea senza misure di sicurezza minime»
Personale sanitario in ospedale - Foto Ansa © www.giornaledibrescia.it
Personale sanitario in ospedale - Foto Ansa © www.giornaledibrescia.it
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Questo è «il momento della cura e del dolore, mentre le azioni legali col tempo saranno valutate», ma ciò «che si può dire fin da ora è che in Lombardia c'è stata una sottovalutazione della pandemia e una mancata predisposizione di misure di sicurezza minime, sia per il personale sanitario negli ospedali che per i medici di base». A parlare è l'avvocato Paola Ferrari, legale della Federazione medici di medicina generale e da anni impegnata nella difesa di numerosi camici bianchi e infermieri, categorie ovviamente in prima linea nella lotta al coronavirus e che hanno già pagato un prezzo altissimo in termini di morti e contagi. 

Per l'avvocato, che a metà marzo per conto della Fimmg ha redatto anche una diffida nei confronti della Regione, trasmessa per conoscenza anche a tutte le Procure lombarde, la Lombardia, «malgrado avesse un piano pandemico risalente al 2009, e che seppur datato avrebbe potuto funzionare, è arrivata totalmente impreparata per l'assenza di protocolli di sicurezza negli ospedali e di presidi di tutela», come mascherine in numero sufficiente ed idonee, ma anche tamponi per verificare la positività o meno del personale delle strutture sanitarie. 

Eppure, ha chiarito l'avvocato, «i segnali c'erano già stati, come dimostra l'anomala crescita delle polmoniti che c'è stata tra dicembre e gennaio» e le «precauzioni andavano prese a tutela di medici e sanitari, anche perché la regione era più esposta alla diffusione del virus con la presenza di tre aeroporti internazionali». Per tutte le azioni legali sulle eventuali responsabilità «ci sarà tempo e verranno valutate», ha ribadito il legale, ma ciò che dal punto di vista legislativo «non potrà essere accettato sarà un'eventuale copertura, con una "lenzuolata" di nuove norme, delle responsabilità di questo tipo sulla prevenzione, che sono in capo ad Ats, Regione e Stato». 

Con nuove norme bisognerà, invece, «equiparare i medici di base agli altri medici, perché i primi in questi casi non hanno nemmeno la copertura Inail per gli infortuni sul lavoro». Ed è «doverosa» anche la predisposizione, in discussione in Parlamento, di uno «scudo» legale per coprire le eventuali azioni civili o penali nei confronti dei medici impegnati sul fronte dell'emergenza. Anche se ogni situazione, poi, chiarisce l'avvocato, andrà valutata caso per caso, perché alcuni familiari di pazienti morti per Covid-19 potrebbe «legittimamente chiedere che sia vagliata la responsabilità in casi di gravi omissioni». E ciò a prescindere dai casi di «sciacallaggio» da parte di alcuni studi legali che sfruttano la pandemia per accaparrarsi clienti. Infine, c'è da dire, conclude l'avvocato Ferrari, che tante persone «sono morte, ad esempio nelle rsa, senza che quei decessi siano stati nemmeno registrati come vittime del coronavirus». 

 

 

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