Storie

CHIAMATEMI FRANCESCO - IL PAPA DELLA GENTE

Regia: Daniele Luchetti
AA

Regia: Daniele Luchetti
Con: Rodrigo De la Serna, Sergio Hernández, Muriel Santa Ana, José Ángel Egido, Alex Brendemüh
Genere: drammatico
Distribuzione: Warner

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Era un’impresa molto ardua quella che si è assunto per conto del produttore Pietro Valsecchi cui si debbono tra l’altro anche i due biopic su Papa Wojtyla (“Karol - Un uomo diventato Papa” e “Karol - Un Papa rimasto uomo”) il regista Daniele Luchetti, non credente e dal cinema impegnato anche politicamente: una produzione di 200 minuti (che verranno trasmessi in tv sui canali Mediaset divisi in quattro puntate) sulla vita di Jorge Bergoglio, il gesuita argentino asceso al soglio pontificio con il nome (che è anche un programma che nella sua semplicità e rifiuto delle pompe e dello sfarzo pare rispettare sempre più ogni giorno) di Papa Francesco, primo pontefice proveniente dal continente americano e primo pontefice appartenente all’ordine dei Gesuiti, il Papa, come egli ebbe a dire al momento della proclamazione in piazza San Pietro “che i miei fratelli cardinali sono andati a prenderlo quasi alla fine del mondo”. Il rischio corso è quello dell’agiografia, del “santino” superficiale e distorcente. ma Luchetti e il suo cosceneggiatore argentino Martin Salinas lo hanno evitato partendo dal libro “Francesco il Papa della gente”   di Evangelina Himitian  e dalla memorie di Bergoglio per poi andare in Argentina a raccogliere testimonianze di chi lo aveva conosciuto e incontrato, non solo amici di gioventù e sacerdoti che hanno lavorato al suo fianco. Il risultato, anche nei limiti evidenti del prodotto televisivo (che nel film vengono ulteriormente accentuati dai tagli effettuati per dimezzarne il metraggio), delinea bene la personalità di quello che sarebbe divenuto Papa, prima come responsabile provinciale dei Gesuiti e poi vescovo e cardinale che senza enfasi e con efficacia si è messo sempre dalla parte dei deboli e degli indifesi, mai ribelle fino in fondo (erano gli anni della Teologia della Liberazione e i tempi drammatici della dittatura di Videla e dei desaparecidos, gettati come mostra una scena in mare da aerei su cui erano stati fatti salire convinti di esser liberati), con la Chiesa ufficiale troppe volte schierata a fianco del potere politico e dei latifondisti, ma convinto di poter operare nei limiti del possibile, “a fare quel che si può fare", per migliorare la società argentina e la vita delle persone dall’interno della Chiesa rispettandone le leggi.  Il tutto raccontato in modo sobrio e con una fotografia quasi spenta utilizzando due bravi attori argentini per le due epoche diverse di Bergoglio: Rodrigo de la Serna (“I diari della motocicletta” come compagno dei viaggi del Che in Sudamerica), e Sergio Hernandez (“Gloria” e  “No - I giorni dell'arcobaleno”). Ecco così il giovane studente con fidanzatina che scopre la vocazione ed entra fra i Gesuiti, che però frustrano le sua aspirazione di missionario in Giappone richiamandolo all’obbedienza, quella che come superiore lo porterà ad aiutare senza esporsi alle repressioni del regime ad ospitare, studenti “scomodi”, a non schierarsi frontalmente con il regime nel caso di due preti militanti cui tolse la protezione dell’Ordine che furono così arrestati e torturati, ma poi riuscendo pure a farli scarcerare e lasciare il Paese.

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Un apostolato il suo al servizio dei poveri e di chi soffre in cui anche le donne ebbero ruoli importanti (il film ne ricorda tre in particolare, forti e combattive: la giudice Alicia Oliveira, la professoressa di chimica Esther Ballestrino e una suora che protegge i due sacerdoti perseguitati).  dal regime. Non ci meraviglia che abbiano il giusto spazio e la stima del protagonista. Ecco il futuro Papa confinato per punizione in una povera parrocchia fra galline e maiali, ma da là chiamato dal vescovo della diocesi di Buenos Aires a fargli da aggiunto e consigliere nelle decisioni più difficili e infine da cardinale affiancare la protesta dei nullatenenti che la speculazione edilizia avrebbe privato delle loro povere case fermando la polizia incaricata dello sgombero e celebrando Messa fra rovine e ruderi. Un film che a Lucchetti, una volta finito, ha fatto dire “girandolo molte delle mie idee si sono trasformate. Tutto è passato più attraverso il cuore che la testa", realizzato rispettando storia e accadimenti, convincente  (e lo sarà ancor nelle versione integrale) nel tratteggiare un grande personaggio e un uomo di fede non a caso divenuto Papa. In dvd e in blu ray con il backstage per extra.

 

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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