Storie

CHE GIOIA VIVERE

Regia: René Clément Con: Alain Delon, Barbara Lass, Gino Cervi, Rina Morelli, Paolo Stoppa, Ugo Tognazzi Genere: commedia Distribuzione: Mustang
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Regia: René Clément
Con: Alain Delon, Barbara Lass, Gino Cervi, Rina Morelli, Paolo Stoppa, Ugo Tognazzi
Genere: commedia
Distribuzione: Mustang
Arriva in dvd (senza extra), e merita una visione, una delle poche commedie con Alain Delon e delle ancor più rare firmate da René Clément, regista francese venuto dal documentario (e in stile documentaristico è il pregevole “Operazione Apfelkern” con cui ha esordito nel 1946) che ha diretto ottimi film drammatici, due dei quali – “Le mura di Malapaga” (1949) e “Giochi proibiti” (1952) - vincitori dell’Oscar per il film straniero e il secondo anche del Leone d’oro a Venezia e un paio di gialli importanti, ma che in patria fu pesantemente attaccato dai 'Cahiers du Cinema' e dai giovani della Nouvelle Vague, Truffaut in particolare che lo definì un calligrafo, senza invenzione e senza anima, ingiustamente condannando la sua eleganza formale e il suo stile classico. Che sono presenti pure in questa pellicola del 1961 ambientata nella Roma del 1921-1922, ben ricostruita e soprattutto ancor meglio fotografata in bianco e nero da Henri Decaë. Da notare che Delon e Clément che avevano appena fatto insieme l’elogiato “Delitto in pieno sole” dal romanzo “Il talento di mister Ripley” di Patricia Highsmith, immerso in ben altra atmosfera e che “Che gioia vivere!” è una coproduzione francoitaliana nel cui cast, oltre a Barbara Lass (una meteora sul set, così come lo fu quale moglie di Polanski)  figurano molti dei nostri migliori attori, soprattutto di teatro. Delon è Ulisse, in giovane che finita la leve militare decide di restare a vivere a Roma, innamorato della città e soprattutto delle sue ragazze e che proprio per amore di una di esse entra in contatto con una famiglia di anarchici con i risultati che si vedranno. Abbiamo così: Gino Cervi un “Peppone” in versione anarchica, “Capannelle” (nome d’arte di Carlo Pisacane) nonno anarchico e bombarolo, Paolo Stoppa barbiere filo-fascista e padre di famiglia conformista, Ugo Tognazzi e Aroldo Tieri buffoneschi anarco-comunisti comn barba e cappellacci venuti dall’Est europeo per piazzare bombe nel centro storico di Roma. Un’ironica rivisitazione storica girata con notevole classe.
 

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