Come nasce un giornale: una notte al Centro Stampa Quotidiani
È un laboratorio di precisione, dove tutto corre veloce, il tempo è tiranno, il profumo è un misto di bosco e ferro. Si accende quando cala la sera e si innesca quel processo affascinante e ipnotico che dà forma e vita ai giornali di carta. È la rotativa, il luogo in cui letteralmente si materializza ciò che ha prodotto la redazione.
Un sistema in continua evoluzione, soprattutto tecnologica, che conserva però alla base il suo essere bottega, dove il lavoro è mestiere, l’attenzione ai dettagli è massima, la precisione è tutto.
A Erbusco il Centro Stampa Quotidiani è uno dei più avanzati e rilevanti poli produttivi in Italia per la stampa editoriale. Inaugurato nell’aprile del 2000, è per metà di Editoriale Bresciana – che edita il Giornale di Brescia – e per metà di Sesaab – che edita invece l’Eco di Bergamo. La scelta di costruirlo a Erbusco non è stata casuale: vicino all’autostrada, è in un punto strategico per la distribuzione dei due quotidiani locali di riferimento, ma anche per le altre testate che hanno scelto il Csq.

A fronte del calo delle vendite delle copie cartacee dei quotidiani in favore degli abbonamenti digitali, infatti, la tiratura (ovvero la quantità di giornali stampata ogni giorno) è in lento ma costante declino. Si aggiunge l’aumento dei costi per l’energia e per la carta e si intuisce quanto in generale sia più oneroso «far girare le rotative».
Da qui la scelta di aprirsi a nuovi prodotti e a nuovi editori: a Erbusco da qualche anno non vengono stampati solo il Giornale di Brescia e l’Eco di Bergamo, ma anche mensili e settimanali, singole tirature speciali, oltre a quotidiani nazionali, come l’Avvenire e il Sole 24 Ore, e internazionali, come Le Monde, New York Times, Frankfurter Allgemeine. Questi ultimi, che per la distribuzione locale richiedono piccoli lotti, possono contare sulla tecnologia digitale inkjet: «Il Centro Stampa Quotidiani è l'unico al mondo ad avere nello stesso sito produttivo sia la tipica stampa offset della stampa in rotativa che la stampa digitale» spiega il direttore del centro, Dario De Cian.

Una produzione diversificata, utile da un lato per compensare costi crescenti, dall'altro per organizzare il lavoro su turni ed essere quindi più efficienti. Se infatti i quotidiani vengono stampati di notte, altri prodotti possono essere lavorati di giorno.
La capacità produttiva annua del Csq si attesta attorno ai 100 milioni di copie, distribuite su tutto il territorio centro-settentrionale. Il processo avviene in modalità continuativa: quattro linee offset e una linea digitale operano in contemporanea, su tre turni giornalieri e sette giorni su sette.
Dopo il tramonto
Per la stampa di un quotidiano come il Giornale di Brescia, il processo si avvia col venire della sera, man mano che vengono «chiuse» le pagine nelle redazioni. Ogni pagina viene inviata in formato Pdf a Erbusco: nella fase della pre-stampa il file viene prima elaborato con software specifici, che includono la verifica dei margini, della risoluzione e del formato, e poi scomposto nei quattro colori primari del modello CMYK, ovvero ciano, magenta, giallo e nero. Per ogni colore il sistema genera un’immagine separata che indica dove quel particolare inchiostro deve essere stampato.

A questo punto vengono create le lastre di stampa, in alluminio, che a fine lavorazione vengono recuperate per essere riciclate. Ogni lastra è «responsabile» di un colore, una sorta di negativo del contenuto: sono dunque quattro, una per il ciano, una per il magenta, una per il giallo e una per il nero. Vengono montate poi, manualmente dagli operatori, sui cilindri porta-lastra dei gruppi di stampa, sui quali passerà il lungo nastro di carta che riceverà i colori in sequenza.
Il processo è seguito dai cosiddetti «pulpiti», stanze con grandi vetrate che affacciano sulla rotativa, da dove i rotativisti monitorano ogni passaggio e studiano le prime copie prodotte, per verificare che sia tutto corretto, che i colori abbiano le giuste tonalità e i contenuti la giusta impaginazione. Accade con una certa frequenza che nelle fasi iniziali della stampa il carico di colore debba essere corretto più volte, fino a che non si raggiunge un risultato soddisfacente. Un passaggio cruciale, che deve essere compiuto in tempi ristretti per non rischiare che la produzione vada troppo in là nella notte.

La stampa di un quotidiano è una catena complessa e precisa. I giornali devono essere distribuiti sul territorio, spesso molto ampio, come il Bresciano, che va dalla Bassa a Ponte di Legno: è quindi fondamentale non sforare coi tempi, per non rischiare di partire in ritardo e arrivare nelle edicole fuori tempo massimo.
La stampa
Torniamo al nostro processo: con un gran rumore, tanto da richiedere agli operatori di utilizzare tappi per le orecchie, le rotative hanno cominciato a girare. Poiché la macchina è pluricolore, il nastro di carta attraversa in sequenza i quattro gruppi di stampa per ricevere uno dopo l'altro il ciano, il magenta, il giallo e il nero.
A Erbusco la capacità produttiva è di circa 70mila copie ogni ora, con una velocità massima di scorrimento della carta di 43 chilometri orari. Oltre rischierebbe di strapparsi.

Tra le varie operazioni delicate all’interno di un centro stampa, quella delle conservazione della carta è una delle più complesse. Il magazzino in cui viene stoccata mantiene un livello costante di temperatura e umidità, per garantire la sua miglior tenuta e la miglior elasticità, condizioni necessarie per uno scorrimento senza intoppi tra le rotative.

Le bobine, sulla cui anima sono avvolti 18 chilometri di carta, pesano circa una tonnellata ciascuna e, una sopra l’altra, sfiorano il soffitto. Non solo la loro conservazione è cruciale, anche spostarle non è un gioco.
Nel solco della vocazione tecnologica con cui è nato il Centro Stampa Quotidiani, anche la movimentazione delle bobine è un esempio d’avanguardia: a spostarle sono infatti robot a guida autonoma, muletti in grado di recuperare anche da altezze notevoli le bobine per poi portarle alla rotativa corretta, sfruttando raggi laser che, riflettendosi su cilindri catarifrangenti posizionati sulla parete, guidano il movimento del carrello. Ogni rotativa ha sempre una bobina pronta all’uso, cosicché la produzione non debba mai fermarsi.
Il giornale sta prendendo forma, ha attraversato i gruppi di stampa e per via della velocità sostenuta a cui viaggia l’inchiostro resta umido. Asciuga nell’ultimo tratto del suo viaggio prima di finire nei furgoni di chi si occuperà delle consegne. Appeso alle pinze che lo attendono all’uscita delle rotative, già tagliato e piegato in ogni singola copia, raggiunge il piano inferiore ed entra nell’area spedizioni.
Spedizione
A ciascuna rotativa di stampa offset è infatti associata un’articolata linea di spedizione e confezionamento, che in modo completamente automatico consente di trattare i prodotti stampati nei modi più svariati, dalla semplice formazione di pacchi standard fino a prodotti complessi che possono contenere più inserti, o ancora, le copie personalizzate per abbonati.

In base alla destinazione, la catena di pinze lascia i giornali in un punto diverso dell’area spedizioni. Le linee sono principalmente due, una riservata alla edicole, una agli abbonati, per i quali la spedizione postale necessita dell’etichetta con l’indirizzo del destinatario. Il software del centro stampa è già preimpostato in modo da sapere quante copie debbano andare da una parte e quante da un’altra, in base alle informazioni fornite dagli editori.

È ormai notte inoltrata: In un groviglio di catene e nastri, le copie dei giornali prendono la via delle bocche di consegna, i varchi attraverso cui finiscono nei retro dei furgoni pronti a partire per raggiungere le principali località nel nord Italia se si tratta di quotidiani nazionali o internazionali, o i paesi delle province di Brescia e Bergamo per il Giornale di Brescia e l’Eco di Bergamo.
Rispettare il tempo massimo di produzione per partire puntuali con le consegne è essenziale per essere certi che il giornale arrivi in tempo nelle edicole, anche nelle zone più periferiche. Per questo è sempre più raro che le redazioni decidano di ribattere l’edizione, salvo in casi di grosse notizie dell’ultima ora. Ma anche qui la tecnologia, e in particolare i siti internet, hanno nel tempo cambiato il modo di lavorare.
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