Nel rifugio più alto d’Europa, i serramenti anti-bufera sono bresciani

Resistono a temperature fino a -40° C e non temono l’irraggiamento solare. Per posarli sono stati necessari viaggi in elicottero e un «dream team» di falegnami alpinisti dell’azienda Savoldelli di Gianico
Il rifugio Capanna Margherita a 4.554 metri di quota - Foto Nicola Viotti © www.rifugimonterosa.it
Il rifugio Capanna Margherita a 4.554 metri di quota - Foto Nicola Viotti © www.rifugimonterosa.it
AA

Non temono le bufere né l’irraggiamento solare, resistono a temperature che possono toccare anche i -40° C, e per posarli sono stati necessari non solo tanti viaggi in elicottero ma anche un «dream team» di falegnami-alpinisti. Sono i nuovi serramenti della Capanna Margherita (il rifugio più alto d’Europa, sulla punta Gnifetti nel gruppo Monte Rosa) e sono made in Brescia.

A produrli e installarli, con un cantiere sopra le nuvole a 4.554 metri di quota, è stata l’azienda Savoldelli di Gianico, che tra il 3 e il 14 giugno ha portato a termine una vera e propria impresa. Il Cai ha deciso di affidarsi alla ditta camuna (i tre soci sono il fondatore Ezio Savoldelli, che detiene la maggioranza, Giovanni Mariolini e Graziano Chiudinelli) per la riqualificazione del rifugio più alto d’Europa: la missione era sostituire una quarantina di finestre ormai vecchie di quarant’anni.

La Capanna Margherita

Il rifugio più alto d'Europa fu costruito nel 1893 - Foto Nicola Viotti © www.rifugimonterosa.it
Il rifugio più alto d'Europa fu costruito nel 1893 - Foto Nicola Viotti © www.rifugimonterosa.it

Per gli appassionati di montagna raggiungerla rappresenta un sogno, oltre che una fatica di non poco conto. Sulla vetta ogni sforzo è ripagato da una delle viste più spettacolari delle Alpi: un panorama in cui dominano il bianco dei ghiacci e il blu intensissimo del cielo. Il Cervino, il Lyskamm, Punta Dufour sono solo alcuni dei magnifici Quattromila che si stagliano dinanzi a noi.

La Capanna Margherita fu inaugurata il 18 agosto 1893, alla presenza della regina d’Italia, Margherita di Savoia, appassionata di escursioni. Le cronache dell’epoca evidenziano che non fu semplice l’avvicinamento della moglie di re Umberto I al rifugio: fino al colle del Lys riuscì a tenere il passo di alcuni alpinisti accompagnatori, ma nell’ultima parte si dovette far ricorso a una portantina per consentirle di raggiungere la Capanna.

Loading video...
Il panorama da Capanna Margherita

L’originario rifugio costò 17.904 lire: 10.000 lire le stanziò il Club alpino italiano, 500 il re, 1.500 la regina, la somma rimanente enti e privati. Poteva ospitare una quindicina di persone. Alla fine degli anni Settanta il Cai decise l’ampliamento della struttura: spese 250 milioni di lire.

Ora il rifugio è capace di 70 posti letto e dispone di una sala ristorante dove è tradizione ordinare la pizza Margherita. Un ulteriore, importante restyling è stato fatto proprio quest’anno con la sostituzione dei serramenti, affidata appunto all’azienda camuna Savoldelli.

L’azienda camuna

«Abbiamo accettato la sfida con entusiasmo», riferisce ancora emozionato il responsabile di produzione Alberto Sigala: «Devo dire che siamo stati abbastanza fortunati con il tempo che ci ha consentito di salire senza problemi con l’elicottero, unico modo per trasportare i serramenti. Abbiamo utilizzato sacchi chiamati "big bag", normalmente usati nel campo dei rifiuti, non per una questione di materiali ma per le loro grandi dimensioni. In questo modo è stato possibile ottimizzare i viaggi».

Loading video...
Capanna Margherita, i montatori esperti installano le nuove finestre

Una volta portate alla Capanna però le finestre andavano anche montate. Ed è qui che è sceso in campo il «dream team» tutto camuno: sette falegnami-alpinisti abituati alle alte e alle altissime quote.

In elicottero

«Sono tutte persone che vivono di montagna - spiega Sigala -. Due, Mauro Rebaioli e Marco Domenighini, sono dipendenti della nostra azienda, gli altri sono stati scelti appositamente: sono Igor Gheza, Fabio Gregorini, Antonio Bianchi, Nicola Pedersoli e Guido Guassoldi. Per quasi due settimane si sono dedicati anima e corpo a questa impresa.

Loading video...
Capanna Margherita, i serramenti portati in quota con l'elicottero

Talvolta, a causa delle condizioni meteo, è stato necessario che si fermassero a dormire direttamente alla Margherita. Ma quando il tempo è stato bello si sono anche divertiti con sciate sul ghiacciaio fino alla sottostante Capanna Gnifetti (a quota 3.647 metri, sempre sul Monte Rosa, ndr). Il giorno seguente poi l’elicottero li riportava alla Margherita». A collaborare alla riuscita dell’opera si sono poi aggiunti i fratelli Giovanni e Paolo Curzel della Legno House, nonché i «falegnami ad alta quota» di Dmax.

Costi e tecnologia

Ma come sono fatti i serramenti più alti d’Europa? «Sono in legno e alluminio. All’esterno abbiamo messo un vetro temprato con una particolare lavorazione che si chiama Stopsol: serve a riflettere i raggi solari che a quella quota "picchiano" non poco. All’interno invece ci sono vetri tripli con doppia camera e gas argon: da quando li abbiamo installati la temperatura nel rifugio è salita di 5 gradi: un ottimo risultato, ottenuto anche con la posa di una speciale schiuma».

Una delle nuove finestre del rifugio - © www.giornaledibrescia.it
Una delle nuove finestre del rifugio - © www.giornaledibrescia.it

A fare entrare in contatto la sezione Cai di Varallo, che gestisce la Capanna Margherita, e l’azienda camuna è stato un rivenditore: «Hanno parlato con il titolare e hanno preso informazioni sull’azienda. Infine hanno valutato che avessimo tutte le caratteristiche giuste per poterci assegnare il lavoro». L’importo stanziato è di circa 300mila euro: 100mila per la posa e 200mila per i serramenti.

A settembre

Le aspettative del committente, va detto, non sono state deluse: tutto si è svolto con grande professionalità e nei tempi previsti, tanto che è già stato chiesto un ulteriore intervento di restyling del rifugio. «Una volta finita la stagione di apertura, e quindi a settembre - conclude Sigala - sostituiremo ancora un paio di serramenti e rifaremo la balaustra esterna del piano superiore. Ci vorrà presumibilmente una settimana». Sperando come sempre nella clemenza del tempo.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato

Icona Newsletter

@Economia & Lavoro

Storie e notizie di aziende, startup, imprese, ma anche di lavoro e opportunità di impiego a Brescia e dintorni.