Tifo, individualità e storia: Brescia, ecco perché devi crederci

I due risultati su tre li ha il Cosenza. La forza mentale, anche. L’esperienza pure. Le caratteristiche per rendere la vita impossibile al Brescia, idem. Tutto sembra pendere dalla parte della bilancia che ha il piatto con i colori dei calabresi. Ma la razionalità e i dati oggettivi, nel calcio finiscono spesso per raccontare soltanto una parte della storia.
Nelle ultime ore ad esempio, lo hanno scoperto pure in Germania: a Dortmund era pronta e apparecchiata una festa scudetto che invece è andata in scena a Monaco. Perché ciò che era impossibile, reso tale da circostanze e classifica, Borussia e Bayern lo hanno trasformato in incredibilmente possibile. E poi, restando umili e limitandosi a guardare esclusivamente in casa propria, a ben guardare era - sulla carta - impossibile anche che il Brescia andasse a far risultato a Palermo. Figuriamoci poi se si poteva pensare fosse possibile recuperando un doppio vantaggio. In vista di giovedì sera dunque, c’è prima di tutto da fare un reset mentale. Macinando l’idea che difficile non fa rima con infattibile.
I punti
Anche il Brescia ha i suoi perché. Perché crederci. Intanto, per cominciare, perché appunto non è mai finita fino a che non è finita e l’imponderabile è l’ingrediente nemmeno troppo segreto che rende il calcio così speciale. E poi: sul serio si può considerare irrecuperabile una sconfitta di misura e decisa, in fondo in fondo e al netto di innegabili mancanze sotto ogni punto di vista giovedì scorso, solo da un episodio? No che non si può. Sul suo piattino della bilancia, intanto il Brescia può mettere il fattore campo. Che vale quanto valevano una volta i gol in trasferta: doppio.

La Nord delle grandi occasioni, sa essere una stampella sicura. Per chi sta sul campo, ma anche per gli altri che stanno sugli spalti: basta ripensare al clima che si respirò sempre contro il Cosenza l’1 maggio. Anche quello in fondo fu un play out anticipato perché anche allora il Brescia aveva l’obbligo di vincere. La tensione dei giocatori, fu stemperata anche grazie a un tifo trascinante ed emotivamente partecipato. Sarà così anche giovedì e sarà anche meglio perché chi ci sarà - e sarà un sold out - sa che dovrà fare lo stesso della squadra: alzare l’asticella e dare il meglio del meglio.
Rapporto
La città vive da molto tempo un rapporto difficoltoso con la squadra che la rappresenta, ma è chiaro a tutti che è l’occasione giusta per ridare un senso vero a quello che ormai suona come un adagio. Ovvero a quel «Brescia è piazza da serie A che merita altro» sbandierato ogni due per tre, ma senza lo straccio di una prova che ancora sia così. I tifosi sono pronti a rispolverare la propria storia e metterla così sotto il naso a una squadra che quella storia deve fare di tutto per onorarla: anche questo per Gastaldello e i suoi deve rappresentare una tradizione. E poi, andando più sul terra-terra, rispetto al Cosenza, ci sono da far valere migliori individualità: al di là dell’organizzazione, il Brescia ha quegli uomini che sanno fare la differenza ed esaltare un collettivo che ha nell’insieme indiscutibili maggiori qualità. Che a Cosenza non si sono sublimate perché è mancata la capacità di stare allo «sporco» della gara. Ma le lezioni sono fatte per essere imparate. E Brescia, il Brescia, è fatto per crederci.
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