Brescia, Gastaldello: «Giusto premio al lavoro senza avere grandi certezze»

La vendetta è un piatto che va consumato freddo. Per Daniele Gastaldello la soddisfazione per questi tre pesantissimi punti della vittoria del Brescia con il Cosenza alla prima partita di serie B e che fanno da viatico al nuovo cammino, è doppia: «Più che vendetta, io la chiamerei però rivincita, soprattutto ripensando a quelle due partite dei play out. Il destino ci ha riportati qui e ci siamo tolti una grande soddisfazione, anche se non tanto per aver battuto il Cosenza, ma per aver vinto la partita».
Una partita preparata in pochi giorni, con parecchie assenze e più d’un giocatore adattato. Una di quelle in cui l’atteggiamento e lo spirito devono fare la differenza: «Ed è quello che avevo chiesto ai ragazzi. Avevo detto loro che se volevamo portare a casa i tre punti, l’avremmo dovuto fare col carattere, con la voglia, con quello che tutti quanto avevamo dentro, soprattutto per chi c’era lo scorso primo giugno...Io sono convinto che le difficoltà ti fanno tirare fuori quel qualcosa in più. E oggi (ieri, ndr) ne è stata la dimostrazione. Vero che avevamo tanti giocatori adattati, ma - sorride - quelli che hanno giocato meglio sono stati proprio quelli adattati. Ma il calcio è così: nella maggior parte dei casi, vince la squadra che ha più fame e lo spirito giusto. Ed è quello che sto cercando d’inculcare ai ragazzi. Perché voglio un Brescia che abbia sempre fame e non si accontenti mai».
Poi, parte il suo plauso: «Ci siamo preparati per un mese e mezzo senza sapere quando avremmo giocato e non è stato facile tenere la squadra sul pezzo, anche con l’incertezza della categoria. Ed è per questo che faccio i miei complimenti ai ragazzi che hanno lavorato tanto e duramente, se lo meritavano. Hanno riscosso il giusto premio». Sulla disamina tattica del match, ha le idee chiare: «Il primo tempo è stato molto equilibrato: noi eravamo molto contratti, facevamo fatica a giocare, poco brillanti. Ma era un pericolo, quello di un approccio così, che avevamo messo in preventivo: noi avevamo fatto fin qui solo amichevoli non di livello, loro già tre partite di campionato. Ma avevamo tenuta fisica - e infatti abbiamo fatto solo tre cambi - e sapevo che potevamo uscire in corsa».
Parlando dei nuovi: «Si sono calati nella parte in modo esemplare. E dire che avevano fatto con noi pochi allenamenti. Senza parlare di Besaggio che credevamo fosse squalificato e l’abbiamo fatto lavorare molto e invece è entrato benissimo. Sono contento del mercato fin qui: sono arrivati giocatori funzionali. E poi sapevo che i vecchi gli avrebbero trasmesso quel qualcosa in più».
La chiosa è su un misunderstanding coi tifosi (un gruppetto all’arrivo del pullman del Brescia ha insultato l’allenatore, ndr): «Avevo detto alla vigilia che eravamo avvantaggiati senza pubblico perché fin qui avevamo fatto tante amichevoli a porte chiuse e ci eravamo abituati. Mi scuso se qualcuno s’è risentito. Ho giocato vent’anni e so quale importanza hanno i tifosi e quanto un giocatore può dare di più con la spinta del pubblico».
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