Storie

BONJOUR TRISTESSE

Regia: Otto Premiger
AA

 Regia: Otto Premiger
Con: Deborah Kerr, David Niven, Jean Seberg, Geoffrey Horne, Mylène Demongeot, Walter Chiari, Juliette Gréco
Genere: drammatico 
Distribuzione: Sinister film

7- BONJOUR TRISTESSE_altaOggi è un regista di cui si parla poco, ma Otto Preminger austriaco che arrivò negli Usa nel 1935, fuggendo come altri cineasti connazionali e tedeschi dal regine hitleriano, è stato uno dei grandi registi popolari americani per oltre 30 anni (il suo ultimo film è del 1979 e la morte è avvenuta nel 1986), autore di film di grande successo in cui la spettacolarità non era disgiunta dall’impegno. Tra le sue caratteristiche, al pari  di molti colleghi del tempo, quella di passare da un genere all’altro e con risultati molto buoni quando addirittura non eccellenti passando dai noir (“Sui marciapiedi”, “Seduzione mortale”) al giallo (“Vertigine”, “Bunny Lake è scomparsa”) al western (“La magnifica preda”) alla commedia (“il ventaglio”, “La vergine sotto il tetto”) al musicale (“Carmen Jones”, “Porgy and Bess”), al drammatico d’impegno civile (“L'uomo dal braccio d'oro”) al bellico “Prima vittoria”) al giudiziario o legal thriller come si dice oggi (“Anatomia di un omicidio”) allo storico (“Ambra”, “Exodus”) al politico “Tempesta su Washington” (già segnalato su questo blog), al dramma religioso (“Santa Giovanna”, “Il cardinale”). Insomma, una carriera di tutto rispetto la sua e che merita di essere conosciuta, home video permettendo. Alla quale va ascritto pure questo film fresco di recupero in dvd e abbastanza insolito perché unisce in un certo senso commedia e drammaticità e perché è francese nell’ispirazione e nell’’ambientazione: “Bonjour tristesse” del 1958 (da noi uscito all’epoca come “Buongiorno tristezza”) tratto dall’omonimo celebre romanzo, che fece anche un po’ scandalo,  di Francoise Sagan. Da notare la trovata di utilizzare sia il bianconero che il colore non tanto per dividere la vicenda, che è un grande flashback, tra passato presente, ma con connotazioni psicologiche: il grigiore e la tristezza dell’attualità e la luminosità delle tinte di un passato gioioso e felice.

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Il film ripercorre infatti il ricordo dell'ultima lussuosa vacanza in Costa Azzurra che Cecilia (Jean Seberg) ha trascorso con suo padre Raymond (David Niven), genitore ricco e attraente rimasto vedovo ormai 15 anni prima, ma che ha sempre condotto un’esistenza spensierata da dongiovanni che la figlia, una volta divenuta grande, non gli ha mai rimproverato, anzi ha persino favorito. Con i due c’era Elsa (Mylène Demongeot), l’ennesima e spumeggiante fidanzata del padre, solo che poi è arrivata Anna (Deborah Kerr), colta ed elegante amica della defunta madre di Cecilia, la quale cerca di mettere un po’ ordine nella vita della ragazzina, ricca e viziata, cosa che però Cecilia abituata a libertà, provocazioni e lussi, non gradisce al punto di ritenerla una nemica. Rivalità che aumenta a dismisura quando Raymond capisce di esser innamorato di Anna, liquida Elsa che se ne va, e pensa addirittura di sposare colei che cerca di fare da madre alla figlia. Il che fa sì che la ragazzina ritenga Anna una rivale e prende a farle dispetti, sgarberie e piccole crudeltà che portano Anna a credere che Raymond non la voglia più sposare ed a fuggire sconvolta morendo in un incidente d’auto: è la tristezza che coglie Cecilia e segnerà la sua vita… Il film, in cui Preminger cerca con movimenti di macchina, riuscendoci, di rendere visibile il senso di instabilità emotiva dei personaggi, è ben fatto e tra i pregi maggiori ha il cast, tutto di validi attori (compreso Niven in un ruolo che da quello di farfallone diverrà più introspettivo), ma c’è soprattutto da segnalare nella parte di Cecilia l’efficacissima Jean Seberg (giovane attrice americana e non svedese come il nome ha fatto pensare a qualcuno) che egli stesso aveva fatto debuttare l’anno prima in “Santa Giovanna”, sulla storia di Giovanna d’Arco. Seberg che di lì a poco sarebbe stata chiamata da Jean-Luc Godard, colpito dalla sua prova, che l’avrebbe fatta protagonista assieme a Jean-Paul Belmondo di “Fino all'ultimo respiro” (À bout de souffle, 1960) e che l’avrebbe aperto una carriera in Francia che la portò ad essere ritenuta una vera e propria icona della Nouvelle Vague, Unico extra di un dvd di buona qualità è il trailer

 

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