Basket, Tomasoni protagonista a Ragusa dopo 13 anni alla Brixia

Quando nella scorsa stagione Ramona Tomasoni, ala, contro il Vobarno, segnò ben 42 punti con la seconda squadra della Brixia, era ormai chiaro che non l’avremmo più rivista in serie C, un campionato che fa da spartiacque tra chi vive il basket per divertimento e chi invece ambisce a ben altro. Fu una serata pazzesca, nel corso della quale la forte giocatrice originaria di Manerbio si trovò praticamente a sfidare da sola una formazione tra le più agguerrite della provincia. Si andò ai supplementari. Per il club cittadino segnò solo lei (9 punti) e alla fine la spuntarono le avversarie di una sola lunghezza (86-87). Una dimensione – quella delle minors – che ormai andava stretta a una ragazza andata spesso in campo con la prima squadra ai tempi della A2 e che ha poi vissuto qualche sprazzo di gloria anche nel massimo campionato, chiuso dalla Brixia con la salvezza.
In Sicilia

Tutto lasciava pensare alla prosecuzione di un cammino cominciato nelle giovanili assieme alla gemella Alessia. Invece, in estate, è maturata una scelta forte. Quella di allontanarsi da casa di quasi 1.500 chilometri, quelli che separano Brescia da Ragusa, piazza storica della pallacanestro femminile italiana. «Quando si è affacciata la possibilità – spiega – non ci ho pensato un attimo, anche se staccarsi dalla famiglia e dall’ambiente di origine non è certo facile. Ho capito però che era venuto il momento di rimettermi in discussione in una dimensione completamente diversa da quella in cui sono cresciuta. A 20 anni si ha l’età giusta per imparare a cavarsela da soli».
Passo indietro
Ramona – che ha giocato in Nazionale i Mondiali Under 19 e gli Europei Under 20 – ha fatto un passo indietro, come la sua nuova società. «Anche Ragusa l’anno scorso era in A1. Poi ha rinunciato al campionato per motivi economici ed è ripartita dal torneo inferiore per non far sparire il basket dalla città. L’ambizione è quella di essere promosse in due anni in A1, e di giocare con le giovani». L’inserimento è riuscito benissimo. Nella città siciliana Ramona ha trovato accoglienza e calore, ed è subito entrata in sintonia con una tifoseria appassionata, che ai tempi delle finali scudetto (l’ultima nel 2019, con Schio) riempiva il PalaMinardi in ogni ordine di posto.
Gruppo giovane
«L’interesse della città non si è spento, la gente ha compreso la scelta della società, l’unica possibile per sopravvivere», prosegue Tomasoni. A convincere definitivamente Ramona la fiducia che le ha subito trasmesso la coach Maria Buzzanca, a sua volta ex giocatrice del club siciliano. Ampi i minutaggi concessi alla manerbiese, che parte sovente nel quintetto titolare in una rosa che comprende ben sette giocatrici sotto i 22 anni: oltre a Ramona (2004) ci sono Melaine Olodo (originaria del Benin) e Marika Labanca, entrambe del 2003, Elena Mallo (tuttora ferma per infortunio), la polacca Oliwia Pelka ed Elisabetta Salice del 2005, e la classe 2006 Federica Terrone.

Comprensibili gli alti e bassi di rendimento in un team con tante giovanissime. Ragusa, comunque, ha chiuso il girone di andata con nove vittorie su 13 partite e senza i 3 punti di penalità con cui è partita per irregolarità amministrative nel passaggio dalla A1 alla A2 si sarebbe qualificata per la Coppa Italia. «L’obiettivo è di centrare i play off – spiega Ramona – e porre le basi per un torneo da protagoniste nel 2025-2026».
Nostalgia
Le giornate di Ramona in Sicilia sono intense perché oltre agli allenamenti e alle partite dedica molto tempo allo studio. È iscritta a Scienze Motorie e segue i corsi on-line. Ogni tanto la nostalgia di casa si fa sentire. «La distanza è tanta. Papà e mamma mi raggiungono quando possono. Però non si perdono le trasferte della nostra squadra al nord. Il rapporto con mia sorella Alessia è profondo, come succede tra gemelle. Lei ora è in B nell’Albino e ci sentiamo quotidianamente, anche più volte al giorno».
E poi c’è il ricordo delle tante partite giocate con la Brixia. «Tredici anni non si cancellano. Devo tutto a Stefano Zanardi, Laura Marcolini e ai tanti allenatori che mi hanno accompagnato nella mia crescita tecnica». Chissà, un giorno potrebbe tornare al PalaLeonessa da avversaria. «Purché avvenga in serie A1 – sorride –. La Brixia salva e noi promosse: sarebbe il massimo».
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato
@Sport
Calcio, basket, pallavolo, rugby, pallanuoto e tanto altro... Storie di sport, di sfide, di tifo. Biancoblù e non solo.
