Storie

ADDIO FRATELLO CRUDELE

Regia: Giuseppe Patroni Griffi
AA

Regia: Giuseppe Patroni Griffi
Con: Charlotte Rampling, Fabio Testi, Antonio Falsi, Angela Luce, Rik Battaglia, Oliver Tobias
Genere: drammatico
Distribuzione: Raro video

addio 3
Ci sono film che restano nelle storie del cinema e nel ricordo del pubblico e film che invece hanno il loro fugace momento di gloria (si fa per dire) e poi sembrano scomparire, quasi fossero falene che scompaiono con un bagliore non appena si avvicinano ad una fiamma. Questo, ora recuperato da Raro video, appartiene alla seconda schiera: nel 1971 suscitò grande clamore e forti polemiche per la scabrosità del tema (un incesto) e alcune immagini di nudo (per altro abbastanza artistiche e cui il cinema oggi ha ormai abituato la gente),  ma anche molta curiosità perché firmato da Giuseppe Patroni Griffi, reduce dal grandissimo successo di “Metti una sera a cena”, in cui aveva portato sullo schermo la sua omonima provocatoria commedia. Teatrale anche in questo caso è l’origine, il fosco dramma “Peccato che sia una sgualdrina” di John Ford , testo scritto fra il 1625 e il 1628e pubblicato nel 1633 e che viene ritenuto esempio di teatro elisabettiano, anche se epigono di un filone che si era esaurito con la morte di Giacomo I: più che shakespeariano, è però un esempio di teatro tardo-marlowiano con un finale granguignolesco e ricco di sangue, tipico del periodo e che il pubblico sembrava richiedere.

La vicenda, che nel film è trasferita da Parma a Mantova, è quella del legame incestuoso fra Giovanni (Oliver Tobias) e la sorellastra Annabella (Charlotte Rampling, da lui ritrovata dopo gli anni trascorsi a Bologna per studiare. Quando lui, in contrasto con i consigli del frate suo amico e confessore, confessa la cosa alla ragazza, lei gli risponde di averlo amato da sempre e la peccaminosa relazione ha inizio. Annabella però resta incinta e Giovanni, per evitare lo scandalo pubblico, decide di farla sposare da uno dei suoi tanti pretendenti,  il nobile Soranzo (Fabio Testi),  e lei accetta, rifiutandosi però di avere con lui contatti fisici. Così, quando Soranzo la scopre in attesa di un bambino decide di vendicarsi di lei e dei suoi familiari dando un grande banchetto che sarà anche il loro ultimo, ma sarà Giovanni, che ha capito tutto e è sulla strada della follia, a uccidere la sorella per evitarle umiliazioni e vergogna e sarà a sua volta ucciso dal rivale. A teatro, invece la ragazza finiva sul rogo mentre era Giovanni impazzito ad uccidere Soranzo… Terza regia di Patroni Griffi, che ha cambiato come detto, molto il finale, e il film fu realizzato con molte ambizioni e all’insegna di grandi firme (Vittorio Storaro per la fotografia, Ennio Morricone per le musiche, Mario Ceroli, scultore e scenografo della Scala e dello Stabile di Torino, per le scenografie, Gabriella Pescucci per i costumi), ma a parte la Rampling gli interpreti non risultano all’altezza e rimase abbastanza gelido nella sua estenuata ricerca estetica, il torbido non riuscì a divenire sulfureo e ciò che sarebbe dovuto apparire imponente risultò piuttosto presuntuoso. Il dvd, ben fatto, costituisce soprattutto una curiosità e un viaggio nel come era l’Italia degli Anni 70 e come si poteva provocare. Per extra, una lunga intervista a Vittorio Storaro.

 

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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