A Capriano del Colle il tamburello è una sfida che si gioca in famiglia

La suggestione va scacciata subito. Sono lontani i tempi dei mitici derby di serie A con la Botti (altra squadra locale, ormai scomparsa). Però a Capriano del Colle, dopo anni, si è giocata una partita fra due squadre del paese che per un curioso scherzo del destino si sono subito affrontate alla prima giornata del campionato di C.
In campo gli eredi spirituali di quei formidabili pionieri, che misero il paese al centro dell’interesse nazionale. Per mesi nel mondo del tamburello non si parlava d’altro, e nella settimana che precedeva l’appuntamento la gente del posto si divideva in due fazioni fra scommesse, sfide, polemiche nel segno di una passione inestinguibile rimasta viva tuttora, sia pure in contesti diversi.
Da tempo Capriano del Colle non disputa il massimo campionato. Però non ha mollato mai. L’attività di reclutamento, pur tra gli alti e bassi dell’era Covid, non ha subito soste e le squadre sono tuttora composte per larga parte da atleti locali. L’ultimo exploit risale a tre anni fa, quando la società affrontò il campionato di serie B senza fare ricorso ad alcun innesto esterno: una scelta coraggiosa premiata con la salvezza ottenuta in largo anticipo. Nel 2022 troppi infortuni impedirono di ripetere l’impresa e quel gruppo è ripartito dalla terza serie, dove quest’anno è arrivata anche l’altra formazione del club, dopo aver vinto a mani basse l’ultimo torneo di D. Il calendario ci ha messo lo zampino ed ecco i due team subito di fronte, in un clima di grande sportività, sancito alla fine dal terzo tempo che ha chiuso in maniera ideale la storica giornata.
In amicizia

Rivalità? Impossibili. Il clima è quello di famiglia nel vero senso della parola: Tiberio Biagi, giocatore-allenatore della squadra B, era in campo con i due figli: Christian giocava con lui e Diego nella formazione avversaria. E il nipote Fabio Migliorati è capitano della squadra A.
La situazione più curiosa è quella del presidente Franco Casanova, dirigente-guardalinee del Capriano del Colle B: nel team avversario c’era il figlio Jacopo. «Per chi ho fatto il tifo? Impossibile scegliere – sorride –. Ci conosciamo tutti, i giocatori più giovani sono cresciuti assieme nel sano ambiente dell’oratorio e si frequentano anche fuori. Per noi è stata soprattutto una festa».
Gli organici

Gli organici sono rimasti gli stessi dello scorso campionato. Il Capriano del Colle B, negli anni, per rimpolpare la rosa ha fatto ricorso a rinforzi esterni che non arrivano da molto lontano: i fratelli Gabriel e Daniele Ungaro sono di Gussago, Cristiano Zani proviene da Brembate, Gleiton Casnici da Solferino. Nel Capriano del Colle A sono rimasti i bucanieri delle tante battaglie nei due campionati cadetti, alla guida di Vittorio Bosio. Sulla carta dovrebbero vincere loro, se non altro per la maggior esperienza accumulata, e lo conferma l’ottimo avvio della partita. Ma poi perdono il primo set e, condizionati anche dall’infortunio di Diego Biagi, anche il secondo, consegnando i primi punti della stagione al Capriano del Colle B. Ai tempi delle sfide con la Botti gli sfottò sarebbero proseguiti per ore, invece qui il match si conclude tra gli abbracci. Tutti ci hanno messo l’anima e alla fine amici come prima: anzi fratelli.
Sentirsi a casa
Prospettive per il futuro? Proseguire su questa strada e rinnovare le tradizioni di famiglia. «C’è un solo modo per sopravvivere – sottolinea Casanova – ed è rimanere attaccati alle proprie radici. Per noi ogni ragazzo che si avvicina a questo sport è già una vittoria e qualunque obiettivo sarà sempre e soltanto raggiunto da prodotti del nostro vivaio. Chi ha cominciato nel club di casa vi resta legato tutta la vita perché si sente a casa propria».
L’ha dimostrato il derby. Ovunque si voltasse, chi lo ha giocato trovava i volti amici di persone che l’hanno visto crescere: genitori, compaesani, semplici conoscenti. Nessuno faceva il tifo per una squadra o per l’altra, tutti applaudivano le buone giocate senza guardare alla maglia. Perché non ci sono un Capriano del Colle A e un Capriano del Colle B, bensì un solo paese che, dimenticati i fasti del passato, ha posto le basi per un luminoso futuro.
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