Consoli, si avvicina la «bella» contro Siena per un posto in finale
Le ragioni di una sconfitta (o di una vittoria) non sono dogmi. Una sconfitta (o una vittoria) porta con sé una storia che calza a pennello per quella sola inimitabile situazione. Eventualmente, ciò che va fatto è capire i motivi del perché quella particolare situazione si sia verificata.
La Consoli Sferc Brescia si gioca un’intera stagione in una sola partita. Domani sera, con fischio d’inizio alle 20 al San Filippo ospita l’Emma Villas Siena, nella «bella» che decide l’accesso alla finale play off per la promozione in SuperLega.
Situazione
La serie è in equilibrio, perché dopo la vittoria casalinga della Consoli (3-2), nella gara di ritorno di domenica i bresciani hanno perso 3-1 in Toscana. Un dato è incontrovertibile: vincere o perdere dipende molto anche dall’avversario.
Partendo da qui, va detto che domenica Siena ha disputato una gara del tutto differente da quanto fatto nella sconfitta al San Filippo. Innanzitutto per l’atteggiamento. In secondo luogo per la capacità di interpretare i singoli momenti all’interno non solo della partita, ma di ciascun specifico set. Un secondo elemento è inappellabile: la Consoli ha una struttura di gioco, un organico e una condizione fisica al pari, se non addirittura superiore, delle altre semifinaliste. Domani inoltre avrà dalla sua un intero palazzetto.
Variabili
Ci sono poi le variabili. Avere disputato 2 partite così ravvicinate con esito opposto può aiutare a individuare differenze sostanziali. Brescia in gara 1 ha battuto meglio, non tanto per il numero di punti diretti fatti, perché quelli sono più o meno gli stessi. Ma per l’aggressività del servizio tenuta nel corso della partita. Questo ha permesso all’Emma Villas di organizzare con profitto la fase di cambio palla. Non a caso l’efficacia in attacco nella prima partita fu del 39%, mentre nella seconda gli uomini di Graziosi hanno chiuso con il 59%.
Strettamente collegato a questo alla Consoli è mancata la consueta capacità di fare punto in contrattacco, marchio di fabbrica di Tiberti e compagni.
Ciò può essere spiegato da una minor efficacia del muro bresciano e di conseguenza della difesa rispetto a gara 1. Non per demeriti degli uomini di Zambonardi, ma per la bravura di Siena. Sarà su questo che nelle prossime ore lo staff tecnico dell’Atlantide dovrà concentrarsi per portare la squadra in finale.
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