Danesi: «Siamo forti, l’abbiamo dimostrato: non badiamo ai record»

C’è una Nazionale che, da un anno a questa parte, continua a vincere, che tre giorni fa si è riconfermata in una competizione in cui già aveva trionfato 12 mesi prima e che, nel mezzo, nell’agosto 2024, è stata capace di fare ciò che nessuno aveva mai fatto prima: vincere un oro olimpico. A condurla, da leader, da capitana carismatica qual è, la roncadellese Anna Danesi.
Danesi, com’è essere capitana di questa Italia?
«È splendido, perché vedo che anche chi entra dalla panchina ogni volta dà l’anima, cosa non scontata. Sono veramente molto contenta di esserlo di queste ragazze. Siamo ripartite quest’estate dicendoci “vediamo se riusciamo ancora a fare belle cose”, e ci stiamo riuscendo».
A 12 mesi di distanza ha risollevato al cielo la Nations League, dopo un percorso netto, che vi ha viste prevalere anche quando non eravate perfette, come giudica il vostro cammino?
«I quarti e la finale non li abbiamo giocati bene, eppure abbiamo vinto comunque, il che significa che siamo davvero forti, come ci ripete sempre Velasco, perché vincere giocando male è qualità che poche squadre hanno e noi abbiamo la fortuna di averla. Mi piacerebbe vincere giocando meglio, ma lavoreremo anche su questo».
Dopo il successo olimpico avreste potuto essere soddisfate, invece avete forse ancor più fame, come ci riuscite?
«Siamo semplicemente ripartite. Non pensiamo a quello che abbiamo fatto, anche se forse ogni tanto faremmo bene a ricordarcelo per infonderci un po’ più di autostima, perché ogni tanto succede che non crediamo in noi stesse. Nessuno di noi ha mai pensato “non mi escono date cose, ma sono campionessa olimpica”, al contrario volevamo e vogliamo dimostrare che possiamo giocare ancora bene».
State alzando trofei a suon di record di vittorie, come si costruisce questa solidità?
«Ai record non badiamo, non ce ne frega nulla dei numeri, 3 vittorie di fila o 300 non ci cambia niente, ci fanno piacere certo, ma non è fattore a cui guardiamo. Si capisce però che dietro a questo gruppo c’è una solidità veramente tosta: è difficile metterci in difficoltà, ormai ognuna di noi conosce particolarità del gioco dell’altra che fanno sì che si capisca cosa serva in quell’istante, è una solidità che si costruisce con le vittorie e il gruppo».
Ora poco tempo per riposare, perché c’è già il Mondiale all’orizzonte. Se nelle altre edizioni eravate quotatissime ora siete la squadra da battere, come andrà preparato e cosa si augura a livello personale?
«Già abbiamo visto che tutte le altre squadre, quando sono contro di noi, danno il massimo, il che non ci impensierisce, anzi ci carica, e sappiamo che abbiamo tutti gli occhi addosso, mi auguro però che fuori non si dia per scontato ciò che potremmo fare, non è mai facile vincere un oro. E già ci mettiamo tanta pressione da sole... A livello personale manca proprio la medaglia iridata lì con la Nazionale, e mi piacerebbe togliermi anche questa soddisfazione».
Tra un impegno e l’altro, in giro per il mondo, dieci giorni fa lei ha preso anche la terza laurea, come ci è riuscita?
«Ho fatto più fatica rispetto alle altre due, ma in qualche modo alla fine ce la si fa, avevo sì tanti impegni, ma anche tempo per studiare, vedremo poi finita la pallavolo come mettere in pratica questi studi».
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